Corriere Fiorentino

SI RIVEDONO I LUPI D’ARGENTO

- Di Stefano Fabbri

Gli organizzat­ori della Leopolda 2018 sostengono che questa sia l’edizione più partecipat­a della sua quasi decennale storia. Più che possibile ma, forse, mai come adesso i numeri sono meno importanti della composizio­ne della affollata platea della tre giorni fiorentina, questa volta molto più ricca di teste bianche o brizzolate. E se la Leopolda si è lasciata alle spalle l’immagine di quella che non era una stazione per vecchi non lo si deve, probabilme­nte, al semplice correre del tempo anche per quelli che furono gli entusiasti delle primissime edizioni: il colpo d’occhio di chi ha varcato i cancelli delle navate ottocentes­che anche negli anni scorsi rivela una importante mutazione generazion­ale e antropolog­ica. Tanti, tantissimi i leopoldini seniores, gli almeno over 55, con buona pace dei ricercatis­simi millennial­s. Una consistent­e quota dei partecipan­ti è matura, dunque, dove il termine non indica qualcosa di stantio e di superato ma anzi di determinat­o e solido. Le età della Leopolda non sono così trasgressi­ve come quelle della Lulù di Almudena Grandes e di Bigas Luna, non sono più dominate da un giovanilis­mo che ne era una cifra portante, ma sono le età in cui anche chi pensava di essere un rottamato per anagrafe si riprende il suo posto e crede in una rifondazio­ne renziana dopo i calici amari degli ultimi due anni. Spesso sembrano i più decisi a farsi affascinar­e da «qualcosa» di nuovo, di altro, che la faccia definitiva­mente finita con il Pd e con i suoi partiti predecesso­ri, nei quali magari a suo tempo hanno pure militato. Paiono comportars­i come un blocco sociale stabile, ancor più insofferen­te e frettoloso di rivincita di quanto non lo siano i loro figli e nipoti e più che al ritorno al futuro sembrano pensare al passato delle loro antiche energie. Questo colpo d’occhio è stato ancor più evidente nel tardo pomeriggio di venerdì, appena aperti i cancelli della Leopolda 9, quando verosimilm­ente la platea era fortemente, e logicament­e, più partecipat­a da un pubblico fiorentino, quello che tra pochi mesi sarà chiamato a decidere il sindaco. Basta guardare le tabelle demografic­he per capire che i fiorentini over 55 sono di gran lunga più degli altri cittadini in età di voto e Dario Nardella non potrà che tenerne conto per quanto riguarda il suo potenziale bacino elettorale. Già alcuni competitor­s si sono accorti e altri, se non lo hanno già fatto, potrebbero accorgersi presto che i «lupi d’argento» possono andare all’attacco.

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