SI RIVEDONO I LUPI D’ARGENTO
Gli organizzatori della Leopolda 2018 sostengono che questa sia l’edizione più partecipata della sua quasi decennale storia. Più che possibile ma, forse, mai come adesso i numeri sono meno importanti della composizione della affollata platea della tre giorni fiorentina, questa volta molto più ricca di teste bianche o brizzolate. E se la Leopolda si è lasciata alle spalle l’immagine di quella che non era una stazione per vecchi non lo si deve, probabilmente, al semplice correre del tempo anche per quelli che furono gli entusiasti delle primissime edizioni: il colpo d’occhio di chi ha varcato i cancelli delle navate ottocentesche anche negli anni scorsi rivela una importante mutazione generazionale e antropologica. Tanti, tantissimi i leopoldini seniores, gli almeno over 55, con buona pace dei ricercatissimi millennials. Una consistente quota dei partecipanti è matura, dunque, dove il termine non indica qualcosa di stantio e di superato ma anzi di determinato e solido. Le età della Leopolda non sono così trasgressive come quelle della Lulù di Almudena Grandes e di Bigas Luna, non sono più dominate da un giovanilismo che ne era una cifra portante, ma sono le età in cui anche chi pensava di essere un rottamato per anagrafe si riprende il suo posto e crede in una rifondazione renziana dopo i calici amari degli ultimi due anni. Spesso sembrano i più decisi a farsi affascinare da «qualcosa» di nuovo, di altro, che la faccia definitivamente finita con il Pd e con i suoi partiti predecessori, nei quali magari a suo tempo hanno pure militato. Paiono comportarsi come un blocco sociale stabile, ancor più insofferente e frettoloso di rivincita di quanto non lo siano i loro figli e nipoti e più che al ritorno al futuro sembrano pensare al passato delle loro antiche energie. Questo colpo d’occhio è stato ancor più evidente nel tardo pomeriggio di venerdì, appena aperti i cancelli della Leopolda 9, quando verosimilmente la platea era fortemente, e logicamente, più partecipata da un pubblico fiorentino, quello che tra pochi mesi sarà chiamato a decidere il sindaco. Basta guardare le tabelle demografiche per capire che i fiorentini over 55 sono di gran lunga più degli altri cittadini in età di voto e Dario Nardella non potrà che tenerne conto per quanto riguarda il suo potenziale bacino elettorale. Già alcuni competitors si sono accorti e altri, se non lo hanno già fatto, potrebbero accorgersi presto che i «lupi d’argento» possono andare all’attacco.