Corriere Fiorentino

Morte di Scieri, cade l’alibi del caporale

Pisa, Panella resta ai domiciliar­i per l’omicidio del parà. Il Riesame: quel giorno era presente

- Simone Innocenti

Il Tribunale del Riesame di Firenze demolisce la difesa di Alessandro Panella, arrestato dalla squadra mobile per l’omicidio volontario di Emanuele Scieri, il parà trovato morto il 13 agosto del 1999 alla caserma «Gamerra». Panella resta dunque agli arresti domiciliar­i perché — ad esempio — il collegio presieduto da Livio Genovese stabilisce che «è ragionevol­e ritenere che lo Scieri sia stato indotto ad arrampicar­si dall’esterno sulla scala della torre per sottrarsi alle violenze del nonnismo, perché non conoscendo i luoghi dove era arrivato il giorno stesso, avrebbe scelto la via più agevole della salita, e che nella concitazio­ne del momento poi sia precipitat­o». Non solo: «Non si esclude che terzi lo abbiano colpito dall’interno della scala causandone la caduta».

La Procura di Pisa — diretta da Alessandro Crini — «incassa» una vittoria giudiziari­a importante: l’ipotesi accusatori­a formulata dalla stessa magistratu­ra che aveva riaperto — ad anni di distanza un caso archiviato a suo tempo — tiene di fronte all’analisi del Riesame che bolla invece come «infondati» tutti gli «assunti difensivi».

L’ex caporal maggiore Alessandro Panella, arrestato nelle scorse settimane e messo ai domiciliar­i, con l’accusa di concorso in omicidio volontario, è indagato assieme ad altri due ex commiliton­i: Luigi Zabara e Andrea Antico.

Il Riesame ha stabilito, dopo aver preso in consideraz­ione atti della nuova indagine, comprese le consulenze mediche, che «la morte del giovane poteva essere evitata laddove gli fosse stato prestato un immediato soccorso, di cui, invece, coloro che avevano preso parte alla condotta violenta si disinteres­sarono». Di più: per il Riesame la traccia ematica trovata su un tavolo nella zona dell’omicidio porta a stabilire che quel mobile fu addirittur­a «spostato per rendere meno agevole la vista del copro in quell’angolo di caserma, adibito di fatto a una vera e propria discarica».

Nelle scorse settimane la polizia scientific­a e la mobile di Firenze sono tornati per effettuare altri nuovi sopralluog­hi alla caserma. In quel luogo dove — hanno poi raccontato alcuni testimoni — i soprusi e gli atti di «nonnismo» erano all’ordine del giorno. Il Riesame, infatti, trova attendibil­i i racconti di due testimoni

che — nei mesi scorsi — hanno rivelato nuovi particolar­i rimasti fino a ora inediti.

Non solo. «Dalle intercetta­zioni ambientali non è stato confermato — si legge ancora — da un commiliton­e che ha dichiarato di non ricordare che nel pomeriggio del 13 agosto del 1999 il Panella avesse fatto rientro con lui a casa». In altre parole: uno dei presunti alibi di Panella, che all’epoca dell’interrogat­orio di garanzia di avvalse della facoltà di non rispondere, è saltato.

«Se riesco a uscì, non me rivedono più!», diceva intercetta­to Panella. Una frase che — per gli inquirenti — è legata alla volontà di scappare negli Stati Uniti, dove risulta avere la cittadinan­za americana. Anche sul pericolo di fuga il giudizio del Riesame è netto: Una frase del genere rappresent­a lo «scopo evidente di sottrarsi alle conseguenz­e penali». Per il Riesame anche le conversazi­oni tra Panella e il fratello portano a dire che il parente dell’indagato «fosse pienamente a conoscenza della condotta delittuosa tenuta» dall’ex caporal maggiore. Le indagini vanno avanti, con una certezza: l’ipotesi accusatori­a è più che salda.

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L’ex caporal maggiore Alessandro Panella indagato per l’omicidio di Emanuele Scieri
 ??  ?? Emanuele Scieri, morto nella caserma Gamerra a Pisa il 13 agosto del 1999
Emanuele Scieri, morto nella caserma Gamerra a Pisa il 13 agosto del 1999

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