Il pokerissimo che serve a cambiare marcia
L’anno scorso il Cagliari disperato ha cancellato la splendida rincorsa europea della Fiorentina. Stavolta dovrà riaccenderla dopo la sconfitta dolorosa contro la Lazio, prima della sosta. Dolorosa soprattutto per come è maturata. La Viola ha perso un’occasione contro una squadra in difficoltà, un po’ come era successo nel secondo tempo a San Siro con l’Inter e contro il Napoli, sempre in trasferta. La gioventù, a volte, si paga. Ecco perché oggi serve una risposta convincente sul piano dell’attenzione, della concentrazione, della fame. Un salto in avanti. Bisogna ripartire bene per non cancellare quanto di buono fatto sino adesso. La classifica è corta e basta niente per ritrovarsi staccati e lontani dall’obiettivo. Il Cagliari è tosto e libero di testa: ha una difesa robusta e un attacco intraprendente, che poggia sui centimetri di Pavoletti e la qualità di Joao Pedro. Castro, già tre gol alla Fiorentina, giocando tra le linee deve allargare il confine dell’attenzione. Sinora in casa i viola hanno sempre vinto, 4 volte su 4. Lecito attendersi la quinta, il cosiddetto pokerissimo, una rarità e proprio per questo complicato da centrare. Il Cagliari è la prima tappa di un periodo che servirà a definire meglio il valore assoluto dei ragazzi di Pioli. Nelle prime otto giornate il calendario non è stato equo: più semplice in casa, molto difficile fuori. Adesso invece è più equilibrato e la Fiorentina è chiamata a svelare il suo vero volto: dovrà battere il vecchio obiettivo Maran per andare con il morale alto a Torino con i granata e poi affrontare la scomoda Roma di Di Francesco, prima di chiudere a Frosinone di venerdì. Inutile stilare tabelle, servirebbero a poco. Bisogna invece auspicare una crescita, soprattutto a centrocampo e in attacco. Veretout si è calato nel ruolo, ma Benassi (o Edimilson) e Gerson, gli altri due titolari, devono migliorare sul piano della continuità. E per diventare più incisivi in attacco servono la riscossa di Simeone e la crescita di Pjaca. Sulla carta quello viola è un tridente delle meraviglie, ma nelle ultime partite è sembrato spuntato e monocorde: il Cholito è stanco, la prima convocazione nella nazionale argentina sembra averlo prosciugato. Il croato è semplicemente in ritardo, pretende molto da se stesso, ma si deprime se in campo le cose non gli riescono. La Fiorentina ha bisogno dei suoi campioni. L’autunno, in questo senso, è la stagione della verità. La partita di oggi è nel nome e nel segno di Davide. In curva hanno preparato una coreografia in onore di Astori. È vero, come ha ricordato Pioli, che per i suoi giocatori è così ogni domenica e che la squadra è allenata a convivere con questo genere di emozioni. L’anno scorso però ha sofferto più del Cagliari. Stavolta il capitano per sempre va onorato con una partita diversa. È il regalo che Pioli si aspetta per il suo compleanno.