L’esordio (amaro) dell’Empoli in Europa
La prima volta dell’Empoli in coppa Uefa: una vittoria con lo Zurigo al Castellani, poi l’eliminazione in trasferta
Il 19 settembre 2007 il governo d’Israele dichiarava la striscia di Gaza, sotto il controllo di Hamas, «entità nemica»; lo stesso giorno a Beirut, in un attentato, moriva il deputato maronita Ghanem insieme con altre otto persone. Il 20 cadeva il sessantesimo anniversario dalla nascita della cantante italiana Mia Martini e il 22 la Suprema Corte di Santiago del Cile concedeva l’estradizione di Alberto Fujimori, ex presidente del Perù, indiziato per violazione dei diritti umani. E come sempre, dentro la grande storia, c’è anche quella parallela. Quella sportiva, calcistica nel nostro caso. Il 20 settembre del 2007, infatti, l’Empoli giocava la sua prima e storica gara di Coppa Uefa, battendo lo Zurigo di Challandes per 2-1 al Castellani, fissando per sempre nella memoria dei propri tifosi un momento epico per la squadra e la società, che mai avevano conosciuto la ribalta internazionale.
Tutto nasce nell’estate del 2006, tra Calciopoli e la quarta stella iridata conquistata dalla Nazionale a Berlino. La serie A è ridisegnata alla luce di squalifiche e retrocessioni, con la Juventus retrocessa in B, dove trova Genoa e Napoli provenienti dalla C1, e pure il Bologna. In serie A, invece, ci sono, tra le altre, Ascoli, Catania, Messina, Reggina e Siena. Sulla panchina dell’Empoli c’è Luigi Cagni, che ha sostituito Mario Somma, e in rosa ci sono giocatori del calibro di Almiron, l’italobrasiliano Eder, poi in Nazionale, Saudati, Vannucchi e Daniele Adani alla sua penultima esperienza calcistica. Saudati segna 14 gol, la squadra regge bene il confronto con tante realtà più importanti, sia come pubblico che come fatturato, e riesce a vincere 14 volte, pareggiando 12, nonostante il meno uno in differenza reti. Non è una squadra che dà spettacolo, ma sprizza concretezza da tutti i pori, nello stile del suo allenatore, classificandosi settima, quattro punti dietro la Fiorentina, e ottenendo la qualificazione diretta al primo turno di Coppa Uefa: è storia. Dietro arrivano squadre come Atalanta, Sampdoria, Udinese e in lontananza il Torino, che fa gli stessi punti della Reggina partita con meno undici.
In estate arrivano Giovinco e Marchisio dalla Juventus, e Antonini, scuola Milan. Sulla carta sembra una rosa più forte, sicuramente dal punto di vista tecnico, anche se più giovane. Intanto la serie A ha ritrovato Genoa, Juventus e Napoli, ma continua a tenere banco la sfida Inter-Roma, vinta dai nerazzurri. Le italiane qualificate alla Coppa Uefa, oltre l’Empoli, sono Fiorentina, Palermo e Sampdoria, tutte presenti ai nastri di partenza del primo turno, con i genovesi che nei preliminari hanno eliminato l’Hajduk Spalato. Ma con due pareggi e i gol in trasferta sono fatti fuori dai danesi dell’Aalborg. Il Palermo cade ai rigori contro i cechi del Mlada Boleslav, mentre la Fiorentina, sempre ai rigori, supera gli olandesi del Groningen.
All’Empoli di Cagni sono toccati gli svizzeri dello Zurigo, che hanno più esperienza internazionale, mentre la Svizzera si prepara a ospitare l’Europeo contestualmente con l’Austria da lì a nove mesi. Il 20 settembre 2007 si gioca al Castellani la gara di andata e l’Empoli davanti ai propri tifosi tira fuori una prestazione eccellente, con corsa, gioco e azioni da gol, senza, però, quel pizzico di cattiveria fondamentale in coppa. Al 40’ del primo tempo su angolo dalla destra Piccolo svetta e batte il portiere avversario Leoni per l’1-0. La ripresa inizia alla grande per i padroni di casa che continuano ad attaccare e al quarto minuto Antonini è cinturato in area di rigore, con l’arbitro israeliano Yefet che concede il penalty, segnato dallo stesso giocatore: 2-0 e partita chiusa? Purtroppo no, perché passa il tempo, la stanchezza si fa sentire e la gestione del match diventa complicata. È così che al 29’ Alphonse, subentrato a Hassli, nelle file zurighesi, accorcia le distanze, spezzando il fiato empolese, tanto da rischiare di subire anche il pareggio. Finisce 2-1 con tanti rimpianti e la scelta di Cagni di risparmiare i titolati per il campionato. Quello che accade dopo, probabilmente, è il ricordo più bello. La preparazione della trasferta nell’incantevole e nuovissimo stadio Letzigrund, con 1.200 tifosi al seguito, l’organizzazione del viaggio e quello striscione in eurovisione: «A voi le svizzere, a noi le bistecche».
Solo che le svizzere restano indigeste a Cagni, all’Empoli e ai propri sostenitori. Il primo tempo finisce 1-0 per lo Zurigo grazie alla rete di Kollar, così nella ripresa il tecnico bresciano decide di mandare in campo Giovinco e Antonini, ma l’inerzia della partita non cambia, subendo altri due gol negli ultimi dieci minuti e vedendo Rincon espulso a cinque dalla fine. L’arbitro era lo sloveno Darko Ceferin, omonimo dell’attuale presidente Uefa.
In campionato, per l’Empoli, le cose vanno peggio e il 25 novembre, dopo lo 0-0 casalingo contro il Torino, Corsi esonera Cagni e chiama Malesani. Nel frattempo lo Zurigo raggiunge i sedicesimi di finale perdendo contro l’Amburgo, mentre la Fiorentina di Prandelli, dopo una splendida cavalcata, dovrà uscire in semifinale, ai rigori, ancora loro, contro i Rangers di Glasgow. Dopo la trentunesima giornata Cagni riprende il suo posto e lotta fino alla fine. Ma nella penultima perde fuori casa contro la Reggina e a niente serve la vittoria contro il Livorno alla trentottesima; al Catania, infatti, basta il pareggio contro la Roma per salvarsi con un punto in più dei toscani. Così nell’anno della storica partecipazione alla Coppa Uefa retrocedono in serie B, dove resteranno sei anni consecutivi prima di tornare in A, con Maurizio Sarri in panchina (2013-14). Qualcuno ha definito un «disastro gioioso» l’avventura di quella squadra, stretta tra Europa e lotta per la salvezza, raccogliendo delusioni in entrambe le manifestazioni. «Sai, la gente è matta / Forse è troppo insoddisfatta / Segue il mondo ciecamente / Quando la moda cambia / Lei pure cambia / Continuamente, scioccamente», cantava Mia Martini, ma i ricordi restano intatti e noi continuiamo a preferire le bistecche alle svizzere.