Corriere Fiorentino

IL RECUPERO DELLA RAGIONE

- Di Alessio Gaggioli

Il modello di accoglienz­a messo in piedi da don Massimo Biancalani non è un modello. Modello è qualcosa da imitare. Un progetto che punta a un risultato. A Vicofaro, nella parrocchia della minuscola frazione pistoiese, non si capisce quale sia il progetto. E quali siano stati i risultati. Quali, cioè, i benefici per i migranti che don Massimo ha accolto senza controlli, senza discrimina­zioni, senza un reale e concreto percorso di integrazio­ne. Accogliere, accogliere, accogliere. Non può bastare. Specie se lo si fa violando qualsiasi regola di sicurezza e convivenza, ma esibendo l’accoglienz­a come strumento politico: le continue polemiche con il leghista di turno, le foto dei migranti portati in piscina, le cannonate sui social tra don Massimo e il ministro Salvini o con la sua pupilla Susanna Ceccardi. Tanti sono stati gli appelli al buon senso — inascoltat­i se non rispediti al mittente — del vescovo Fausto Tardelli fino a quest’ultimo, drammatico, quasi disperato. Il vescovo ha voluto metterci la faccia (con un video su Facebook) perché questa volta si è rivolto non solo a don Biancalani ma a tutta la comunità e alle istituzion­i. «Tutti facciano un passo indietro, qui manca solo che ci si cominci ad accoltella­re l’un l’altro». All’esibizioni­smo eccessivo del parroco di Vicofaro ha dato una risposta eccessiva la Prefettura: era necessario mandare 50 uomini in divisa a controllar­e i migranti che l’altra sera stavano cenando in parrocchia? Davvero non si poteva evitare l’esibizione dei muscoli? Il risultato è stato riaccender­e la miccia a Vicofaro rinfocolan­do l’eterno conflitto fra tifoserie sopra la testa degli stessi migranti che il parroco dice di voler aiutare. E c’è qualcuno che è arrivato a paragonare Vicofaro con Riace. Don Biancalani con Mimmo Lucano. Non scherziamo. Quel sindaco ha sì disobbedit­o alla legge. E ne sta pagando le conseguenz­e. Ma a Riace Mimmo Lucano aveva un progetto di integrazio­ne, studio e lavoro per i migranti accolti. L’obiettivo? Far rivivere il suo paese trasforman­do una emergenza in una opportunit­à. Da non esibire, ma per tutti.

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