Assalto al Palio, Siena scende in trincea
La morte del cavallo scatena i social, e non solo. «Contradaioli, non rispondete all’odio»
Mentre è già partita l’inchiesta della Procura di Siena sulla base della denuncia dell’Enpa e anche il Codacons annuncia un esposto, una vera e proprio tempesta si è abbattuta su Siena e il suo Palio. Per la legge dei social e dei media c’è già condanna per la morte di Raol, cavallo della Giraffa scivolato al secondo Casato nel Palio straordinario per la fine della Grande Guerra, procurandosi una frattura letale dell’arto anteriore destro. Pochi minuti dopo la carriera, i social erano già invasi da dure prese di posizione. Un video, drammatico, che riprende gli ultimi sussulti di Raol sulla pista di tufo, diffuso su Facebook e poi da tutte le tv nazionali, ha ulteriormente alimentato l’assedio.
Il Consorzio per la Tutela del Palio, in una nota parla di «un’autentica esplosione di odio», raccomandando «a tutti i contradaioli di non rispondere a titolo personale a comunicati o post sui social. Comune e Consorzio — conclude la nota — sono all’opera per gestire l’esplosione mediatica sull’accaduto».
Anche dai vertici della Rai, che da anni trasmette la diretta del Palio per l’accordo preso proprio con il Consorzio, si alimenta l’offensiva mediatica. Il consigliere Riccardo Laganà, convinto animalista, eletto in Cda dai dipendenti della tv pubblica, ritiene che «sia ormai fuori luogo trasmettere eventi come il Palio, che certamente non educano al rispetto delle caratteristiche etologiche dei nostri animali. Il Palio — dice Laganà — seppur legato ad antica tradizione, non sembra più compatibile con i valori condivisi della società contemporanea». Sul lato degli accusatori anche personaggi come Vittorio Feltri e Michela Brambilla e su Facebook parla l’inviato di Striscia la notizia, Edoardo Stoppa, protagonista di molte battaglie per gli animali: «Quando le tradizioni portano alla morte di animali al fine di correre non possono essere più accettate». E invita a «trasformare il Palio di Siena in qualcosa di spettacolare che non sfrutti gli animali». Ma a fargli da controcanto è un altro volto tv: è quello della «Iena» Antonino Monteleone, che coc’è nosce Siena dove ha girato diverse inchieste sulla morte del portavoce di Mps David Rossi e che, in un altro video, dice: «Chi paragona il Palio a una corrida non sa quello che dice, non c’è corsa nel mondo dove i cavalli siano trattati meglio. Non c’è Palio senza cavalli, non Siena senza Palio».
Oggi parlerà il sindaco Luigi De Mossi, direttamente dalla Clinica Veterinaria del Ceppo. Probabile che faccia riferimento al fatto che una struttura così non esiste nel contesto di alcuna manifestazione ippica, che citi il protocollo con le rigide barriere contro il doping, il ciclo di previsite che va avanti per mesi, la pista creata ad hoc per un allenamento mirato. Tutte quelle misure che, ha ricordato ad Antenna Radio Esse l’ex sindaco Maurizio Cenni, «ci videro protagonisti fin dagli anni Novanta e che grazie all’Ordinanza Martini rappresentano elementi incontrovertibili per la difesa del Palio». Un altro ex sindaco, Pierluigi Piccini, nel 2000 emanò un’ordinanza comunale che fissava anche dati biometrici e lo stesso status burocratico del cavallo da Palio. E questa ordinanza nei primi anni Duemila fu alla base dell’assoluzione di tre dirigenti di Contrada, imputati per la morte del cavallo Penna Bianca. Oggi Piccini non rinuncia ad un attacco al primo cittadino: «De Mossi ha inteso usare il Palio come affermazione personale di prestigio e potenza, e ora fa i conti con ciò che ha seminato». Per l’ex sindaco Bruno Valentini, invece, «anche se è stato fatto un uso smaccatamente politico del Palio, la politica non può dividersi quando viene attaccata Siena. Non è la prima volta che presunti animalisti aggrediscono il Palio, esempio positivo di amore e cura del cavallo».
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Scontro Mediaset Stoppa (Striscia): non fatelo più con i cavalli Monteleone (Iene): senza non può esistere il Palio