Corriere Fiorentino

Quegli assassini con il porto d’arma per uso sportivo

- Giulio Gori

Negli ultimi 4 anni, nel solo territorio fiorentino, sono ben tre i casi di porto d’arma sportivo che trasforman­o una pistola da tiro a segno in un’arma mortale. Il 9 agosto 2014, Vito Tronnolone, di Lastra a Signa, fece strage di tutta la sua famiglia durante una vacanza in Basilicata. Il 5 marzo scorso, Roberto Pirrone uccise il senegalese Idy Diene sul ponte Vespucci. Domenica mattina, a Sesto Fiorentino, è stata la volta di Fabrizio Barna, che ha freddato i vicini di casa, Simone Andronico e suo padre Salvatore. Ogni volta che ad uccidere è una pistola concessa con un porto d’arma sportivo, ci si interroga sulla forse eccessiva facilità con cui questi permessi vengono rilasciati. Perché per un porto d’arma sportivo non interviene neppure uno psicologo a valutare l’idoneità del richiedent­e. Il primo passo è il certificat­o del medico di famiglia, che deve dichiarare che il soggetto è fisicament­e idoneo e mentalment­e stabile. Poi c’è la seconda visita, con un medico legale (non necessaria­mente esperto di psiche), dell’Asl o convenzion­ato a pagamento, che in genere in appena un quarto d’ora fa un breve colloquio e alcuni test di carattere fisico. A quel punto, si va in Questura dove si verifica che non ci siano precedenti nella fedina penale e si fissa la prova attitudina­le in un centro di tiro a segno. Una volta superata la prova pratica, il porto d’armi sportivo ha validità per sei anni e dà la possibilit­à di detenere fino a sei anni. Di fatto, l’idoneità mentale di chi chiede la pistola viene certificat­a dal medico di fiducia e da una brevissima successiva visita; inoltre, i sei anni di validità non tengono conto di eventuali depression­i o problemi psichici che possano sopraggiun­gere nell’arco di un periodo di tempo così lungo. Nel caso di Fabrizio Barna, il suo porto d’armi sportivo era stato rilasciato nel 2012. E proprio alla fine di quest’anno avrebbe dovuto affrontare la trafila per il rinnovo.

Gli esami

Per andare al poligono di tiro è sufficient­e solo una visita medica

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