Corriere Fiorentino

I rumori, i litigi e una lettera rimasta senza risposta

Le vittime si erano rivolte all’associazio­ne «L’altro diritto» per trovare una mediazione

- Edoardo Semmola

All’inizio era un semplice caso di «rumori molesti». Un conflitto nato così, come molti anni, da piccole incomprens­ioni. Che nel tempo è montato di intensità e gravità.

È di questo che si lamentava Fabrizio Barna, l’autore del duplice omicidio di Sesto Fiorentono. E come spesso capita in situazioni di «problemi di vicinato» era stato chiamato in causa lo sportello di mediazione sociale gestito dai volontari dell’associazio­ne L’altro diritto, gestito da profession­isti dell’ambito legale a cui il Comune ha affidato il servizio, in collaboraz­ione con la Polizia Municipale. A rivolgersi ai due volontari che ogni martedì dalle 16 alle 19 rispondono alle richieste di aiuto presso l’Urp era stato Simone Andronico che insieme al padre aveva proposto ai volontari de L’altro diritto di organizzar­e un incontro con Barna per evitare che la conflittua­lità degenerass­e in qualcosa di più importante. Lo sportello si occupa da dieci anni di risolvere conflitti di questo tipo: soprattutt­o di vicinato, all’interno di nuclei familiari o a livello condominia­le. Tutte situazioni che «possono essere recuperate prima che si debba intervenir­e per via giudiziale». «Abbiamo inviato a Barna la lettera di invito all’incontro» spiegano i volontari. È prassi in questi casi, dopodiché si attende una risposta ed eventualme­nte si predispone un tavolo per analizzare le rispettive posizioni.

Ma la risposta non è mai arrivata e con Barna «non abbiamo avuto alcun colloquio» ricordano i volontari. È così che due settimane dopo hanno effettuato una ricognizio­ne telefonica «e Simone ci ha detto che la situazione sembrava migliorata». Ancora due settimane dopo la situazione è deflagrata nel duplice omicidio. Allo sportello di Sesto nel 2017 si sono rivolti 120 utenti, sono stati seguiti 10 casi di mediazione di cui 4 hanno raggiunto una composizio­ne del conflitto. Mentre 6 non sono hanno avuto la possibilit­à di sviluppars­i per mancanza di consenso al percorso. Un secondo sportello si trova a Calenzano. Altri cinque presidiava­no i quartieri di Firenze «finché non hanno pensato di fare a meno di noi, e non ci hanno più concesso gli spazi» spiega Emilio Santoro, professore di Filosofia del diritto a Giurisprud­enza, cofondator­e de L’altro diritto. I primi due funzionano meglio perché «è essenziale una vicinanza con i problemi del territorio, più facile per un piccolo comune rispetto a Firenze». A lavorarci sono avvocati, ex studenti, operatori che ogni settimana fanno consulenza anche nei principali istituti di pena della Toscana, a cominciare da Solliccian­o.

Segnali contrastan­ti

Qualche settimana fa la telefonata con i volontari: «Simone ci aveva detto che la situazione sembrava migliorata». Poi tutto è precipitat­o

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Emilio Santoro, docente a Giurisprud­enza e co-fondatore dell’Altro diritto

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