VETTA BOBOLI RINASCE IL KAFFEEHAUS
La fontana di Ganimede torna a zampillare, la grotticella senza più erbacce Eike Schmidt presenta i restauri ultimati e annuncia la nuova impresa «Via ai lavori sull’edificio (grazie anche a un privato) e al bando per la gestione»
La cioccolata calda amatissima da Pietro Leopoldo tornerà a fumare al Kaffeehaus, l’edificio settecentesco lorenese che domina il Giardino di Boboli. Quasi in festa, per la buona nuova, tornano a zampillare le 110 canne di piombo della «grotticina» incastonata nella scalinata, e poco più giù la monumentale fontana di Ganimede. È stato il direttore Eike Schmidt, ieri, a presentare i primi interventi appena conclusi, annunciando a breve l’inizio dei lavori di restauro del Kaffeehaus, resi possibili anche grazie a una donazione di 100 mila euro di un visitatore svizzero innamorato di Boboli. In 14 mesi di lavori è stato ripulito il manto erboso, ripristinato l’impianto idraulico della grotticina, ripulita dalle muffe la scalinata a tenaglia che conduce all’edificio, rimesso a posto anche l’impianto idraulico e la vasca di riciclo della fontana di Ganimede dove ora, dal becco dell’aquila — secondo la mitologia Giove assume le sembianze di un rapace per rapire il suo amato Ganimede — esce di nuovo lo zampillo. Si tratta di una copia in vetroresina, l’originale in marmo è nelle sale di Palazzo Pitti.
Il Kaffeehaus, opera dell’architetto Zanobi del Rosso risale al 1776 e si ispira nell’architettura della facciata al barocchetto viennese e al gusto orientaleggiante di metà `700. Al piano terra sarà sistemato un luogo di ristoro, con tè, caffè e pasticcini austriaci. Niente a che vedere insomma con le caffetterie dei musei capaci di sostenere un’utenza massiccia. Al piano superiore ci si potrà accomodare ai tavoli per sorseggiare una bevanda calda guardando il panorama. Sarà restaurata ma non aperta al pubblico, per ragioni di sicurezza, anche l’altana che manterrà il colore noto come «verde Lorena». In passato la facciata era stata impropriamente tinteggiata di rosso «Asburgo». «I lavori partiranno tra poco – ha annunciato Schmidt – e ci sarà un bando come prevede la legge, per la gestione della caffetteria». La spesa ammonta a 600 mila euro per gli in-
terventi architettonici e di 150 per gli interventi sul giardino. Il progetto architettonico è esecutivo e si attende ora la gara d’appalto: la durata dei lavori di restauro viene stimata in otto mesi. «C’è un panorama spettacolare — ha detto Schmidt, ricordando di aver visitato il Kaffeehaus con sua nonna nell’adolescenza — Purtroppo da più di un quarto di secolo le nuove generazioni non hanno questa esperienza». L’architetto Bianca Maria Landi, curatrice del patrimonio botanico e coordinatrice del Giardino di Boboli ha aggiunto: «L’acqua ha da sempre avuto un ruolo centrale nella storia di Boboli. Ridare vita alle sue fontane è restituire al giardino la sua identità».