Corriere Fiorentino

Il primato di Firenze nei tredici ritratti nella dimora-studio

Tra i maestri ritratti nella sala della casa-museo dell’artista di Cosimo I La direttrice Nardinocch­i: «Dipinse quei volti e non altri per mostrare il primato di Firenze»

- di Chiara Dino

Perché proprio loro? Perché proprio Cimabue, Giotto e Masaccio, Andrea del Sarto, Leonardo, Michelange­lo e Raffaello, Donatello e Brunellesc­hi, Perin del Vaga, Giulio Romano, Rosso Fiorentino e Francesco Salviati? Perché Vasari per decorare il fregio della Sala Grande nella sua abitazione fiorentina scelse di fare i ritratti di questi tredici artisti e non dei tanti altri di cui lui scrisse le Vite? Perché lui — tra le narrazioni per immagini sull’arte e sulla supremazia del linguaggio figurativo e più ancora del disegno sugli altri linguaggi — scelse di raffigurar­e se stesso circondato proprio da questi maestri?

Stasera dalle 18,30 in poi, durante le letture Vite di Vasari riscritte per il Corriere Fiorentino, da Enzo Fileno Carabba, quei volti li vedrete sopra le vostre sedie (in programma grazie all’interpreta­zione di Giovanni Pruneti oggi nella casa museo dell’architetto di Cosimo I c’è la lettura delle vite di Piero della Francesca, Luca Signorelli, Bartolomeo della Gatta). Tutto avviene in quella sala al cui centro, sopra il camino, troneggia, più grande il volto del padrone di casa — Vasari visse qui gli ultimi anni della sua vita, dal 1557 al 1574 — e tutt’intorno quegli altri. «La scelta non è casuale — ci viene in aiuto Elisabetta Nardinocch­i direttrice del museo di casa Vasari che spiega — Si tratta di una scelta tutt’altro che decorativa, che partecipa della narrazione e che pone le basi di un vero e proprio mito, quello di Firenze come culla di tutte le arti: Cimabue e Giotto che stanno alla sua genesi; Brunellesc­hi, Donatello e Masaccio, fondatori del primo Rinascimen­to; Leonardo, Michelange­lo e Raffaello i tre grandi del Cinquecent­o; Andrea Del Sarto, il “pittore sanza errori” che fu anche per qualche tempo maestro dello stesso Vasari. A questi grandi seguono i contempora­nei e amici del nostro: Perin del Vaga e Giulio Romano, eccellenti allievi di Raffaello; il Rosso Fiorentino, maestro della maniera al quale il Vasari si ispirò nelle prime sue opere; Francesco Salviati, in memoria dell’amico d’infanzia con il quale l’artista si trasferì a Roma nel 1531 lavorando con lui in più di una impresa». Un manuale di storia dell’arte per immagini senza precedenti. E qui sta la grandezza di Vasari come narratore, storico e pubblicist­a della dinastia medicea firenzecen­trica. Se il culto degli uomini illustri non è certo un’invenzione cinquecent­esca fiorentina visto che risale all’antichità (dalla Grecia all’Egitto ce n’è traccia in ogni cultura), infatti, lo stesso non si può dire per gli artisti il cui status prima del lavoro encicloped­ico dell’architetto degli Uffizi venivano percepiti più come artigiani. Vasari, che fa di se stesso un perfetto cortigiano, assumendo comportame­nti e abitudini dell’uomo di alto lignaggio, conferisce questo status anche agli altri, purché siano grandi, fiorentini o comunque legati alla cerchia degli artisti che si sono espressi in città.

«I loro volti», quelli che costellano il fregio della Sala Grande spiega ancora Elisabetta Nardinocch­i sono la versione «a colori delle xilografie presenti nei frontespiz­i delle Vite date alle stampe nel 1568 (nella seconda edizione nota come Giuntina dal nome dello stampatore Giunti), disegnati da Vasari e incisi da Cristoforo Coriolano». Prima di lui c’è un solo grande precedente fiorentino, «il ciclo onorario degli Uomini Illustri dipinti attorno al 1450 da Andrea del Castagno per la villa di Legnaia del gonfalonie­re Filippo Carducci (ora, staccati, agli Uffizi) ma, si badi bene — prosegue la direttrice del museo — erano stati qui celebrati politici e uomini d’arme (come Pippo Spano e Farinata degli Uberti) a fianco dei grandi delle lettere (Dante, Petrarca e Boccaccio). Pittori, scultori e architetti erano ancora ben lontani dal poter immaginare che a loro potesse essere dedicata una galleria di questo genere. Non basta «a rompere i limiti fino ad allora imposti — prosegue— fu Paolo Giovio a cui si deve la creazione di una imponente collezione di ritratti (circa quattrocen­to) che questa volta, a fianco di papi e re, santi e letterati, scienziati e condottier­i, giungeva a comprender­e anche gli artisti. Da questa raccolta Cosimo I de Medici trasse l’idea di creare una sua galleria di personaggi degni di memoria, e inviò a Como (dove era la raccolta del Giovio) il pittore Cristofano dell’Altissimo a copiarne una nutrita serie, inizialmen­te posta nella sala detta del Mappamondo in Palazzo Vecchio, allestita da Giorgio Vasari, per poi trasferirl­i – terminata la grande fabbrica sempre per mano del nostro – nella Galleria degli Uffizi».

Vasari dunque prendendo spunto da un’esigenza avvertita dal suo duca riversò questo concetto nella sua abitazione, in quella sala che rappresent­ava per lui una sorta di biglietto da visita — era qui che accoglieva i suoi committent­i, colleghi e personaggi della città — aggiungend­o, come sotto-testo quello che informa tutta la stesura delle sue Vite. E cioè la volontà di assecondar­e l’intento di Cosimo che era quella di mostrare al mondo la supremazia fiorentina nel mondo della arti. Aveva gioco facile visto che qui a Firenze Cimabue e Giotto, Masaccio, Donatello e Brunellesc­hi, Leonardo Michelange­lo e Raffello hanno lasciato capolavori immensi

Un precursore «Pittori, scultori e architetti prima di lui erano lontani dall’immaginare che a loro potesse essere dedicata una galleria di questo genere»

 ??  ??
 ??  ?? Giorgio Vasari
Giorgio Vasari
 ??  ?? Michelange­lo
Michelange­lo
 ??  ?? Perin del Vaga
Perin del Vaga
 ??  ?? Giulio Romano
Giulio Romano
 ??  ?? Francesco Salviati
Francesco Salviati
 ??  ?? Raffaello
Raffaello
 ??  ?? Andrea del Sarto
Andrea del Sarto
 ??  ?? Cimabue
Cimabue
 ??  ?? Donatello
Donatello
 ??  ?? Giotto
Giotto
 ??  ?? Brunellesc­hi
Brunellesc­hi
 ??  ?? Leonardo
Leonardo
 ??  ?? Masaccio
Masaccio
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy