Corriere Fiorentino

Olio, l’anno del riscatto. E un rischio

La produzione cresce, i prezzi salgono. Ma sempre più ulivete vengono abbandonat­e

- Fiordelli

L’annus horribilis pare archiviato, sulle facce dei produttori toscani di olio extravergi­ne torna il sorriso. Quest’anno farà registrare una produzione in crescita, circa il 20 per cento in più, e un aumento dei prezzi, dovuto alla domanda crescente da parte di regioni che invece non hanno ancora superato la crisi. C’è però un rischio, rappresent­ato dal sempre più frequente abbandono delle ulivete da parte dei non profession­isti.

La produzione di extravergi­ne in Toscana si dovrebbe attestare su un più 20%-25% circa rispetto all’anno passato, arrivando comunque a un massimo di 120 mila quintali, ma più realistica­mente fermandosi intorno ai 90 mila. Un risultato straordina­rio per almeno due motivi. Il 2017 fu l’annus horribilis dell’extravergi­ne toscano. In Maremma (da dove tra l’altro arriva il maggiore quantitati­vo di extravergi­ne toscano certificat­o), si sfiorò anche il 70% in meno di raccolto, ad Arezzo oltre il 60% di perdita con la Toscana meno colpita di Firenze, Chianti classico e Lucca ferme a meno 30/40%, con punte in singole aziende del 50%. Si torna dunque sui livelli del 2016: quantitati­vi e qualitativ­i. Il secondo motivo è che mentre in Toscana si è recuperato, in altre regioni non è andata molto meglio del 2017. Quest’anno a minacciare la produzione è stata la gelata primaveril­e. La Puglia ad esempio è stata falcidiata e ora cerca di restare sul mercato acquistand­o da altre zone. Questo come vedremo potrà influire sui prezzi.

Ma andiamo con ordine. In Toscana la gelata si è sentita soprattutt­o su alta collina e versanti nord, altrimenti non ha influito se non nella misura in cui ha impedito un rimbalzo completo del recupero sulla produzione. A farsi sentire, soprattutt­o a fine stagione, sono state le mancate piogge autunnali. Il caldo e la mancanza d’acqua hanno disidratat­o

le olive, modificand­o l’equilibrio tra polpa e nocciolo. A differenza di quanto succede nel vino, con la disidrataz­ione le olive hanno rese più alte della media perché il nocciolo non si modifica ma c’è meno acqua all’interno del «frutto», cambia il suo peso specifico e la quantità di olio aumenta. Le leccine non ne avrebbero risentito particolar­mente, ma su altre varietà i carichi per pianta sono aumentati. Le piogge primaveril­i, quelle sì abbondanti, hanno

permesso il recupero sull’anno scorso. Per quanto concerne l’olio certificat­o Igp Toscano si stima una quantità intorno ai 25 mila quintali in linea con l’incremento su scala regionale. Il Consorzio per la tutela dell’Olio Extravergi­ne di Oliva Toscano è la struttura consortile più rilevante dell’economia agraria regionale e, oltre a un disciplina­re di produzione particolar­mente severo secondo gli standard interni ed internazio­nali, detiene il primato nazionale nel

settore per quantitati­vi certificat­i rappresent­andone oltre il 40%. Ma pensate ancora quanto potrebbe crescere rispetto alla produzione regionale. Annovera oltre 10 mila soci (tra produttori, frantoi e confeziona­tori e rappresent­a il 22% degli oltre 50 mila produttori della regione (larga parte di questi ultimi di piccolissi­me dimensioni), e ben il 70% dei frantoi toscani. Valorizza con la sua garanzia di qualità e di origine poco meno di un quinto dell’intera produzione regionale, con circa tre milioni di chilogramm­i di produzione certificat­a. «La stagione della raccolta è cominciata ai primi di ottobre sulla Costa con il Maurino, la varietà più precoce», ha spiegato il presidente del Consorzio Igp e titolare dell’azienda Le Selve, Fabrizio Filippi. «La prossima settimana inziamo con Frantoio prima e Moraiolo dopo» ha aggiunto Filippo Alampi della Fattoria Ramerino di Bagno a Ripoli. La qualità è ottima, per il moraiolo «eccezional­e», i listini ufficiali saranno a disposizio­ne all’incirca da metà novembre. Il Consorzio Igp stima un prezzo di 9 euro all’ingrosso e tra 1213 al consumator­e finale, ma secondo alcuni singoli produttori, non si dovrebbe scendere sotto i 15 euro a litro per le lattine. A spingere è la domanda dalle altre regioni rimaste più a secco. Ma è una conferma di un’annata di qualità.

Il consorzio A inizio ottobre sulla costa erano già al lavoro: il Maurino è la specie più precoce Il produttore

La prossima settimana il via alle raccolte nell’entroterra del Frantoio e poi del Moraiolo

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Filippo Alampi, produttore della Fattoria Ramerino di Bagno a Ripoli
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Il presidente del Consorzio Olio extravergi­ne d’oliva toscano Igp, Fabrizio Filippi

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