Corriere Fiorentino

«Europa o suicidio». Un’idea trasversal­e

La festa del «Foglio» in Palazzo Vecchio. Gentiloni (Pd) e Tajani (FI) contro i no euro al governo

- Giorgio Bernardini

Il tweet di Burioni A Firenze, a Palazzo Vecchio, è impossibil­e non essere ottimisti Viva l’Italia!

«Sono un ottimista nato, altrimenti non mi sarei mai messo a scrivere di scienza su Facebook». Il virologo Roberto Burioni si schernisce di fronte alla platea gremita del Salone dei Cinquecent­o di Palazzo Vecchio, dove va di scena l’ottimismo, «quello della realtà» promosso dalla festa dal Foglio. Complice l’aria: «A Firenze, a Palazzo Vecchio, è impossibil­e non essere ottimisti. Viva l’Italia!» aveva twittato poco prima Burioni.

Non a caso per il secondo anno consecutiv­o il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara e diretto da Claudio Cerasa (nella foto con Tria) sceglie Firenze per il suo appuntamen­to celebrativ­o: un occasione per discutere del futuro del Paese e per promuovere un messaggio di ottimismo politico, declinata con una sorta di «militanza trasversal­e» verso la responsabi­lità. Così nel Salone dei Cinquecent­o persino i rappresent­anti del governo giallo verde, spesso e volentieri bersaglio degli interventi degli ospiti, risultano più morbidi e aperti a posizioni meno gridate. È il caso del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, che interrogat­o dai giornalist­i ammonisce: «Attenzione a giocare troppo con i dubbi sulla nostra permanenza nell’euro perché si rischia di fare il gioco degli speculator­i. Per questo dico: non abbiamo alcuna intenzione di uscire dall’euro».

Niente «Italexit», dunque, per il ministro, che auspica tra l’altro «un ripensamen­to dei britannici sulla Brexit da raggiunger­e con un nuovo referendum». L’ottimismo di Moavero Milanesi ha evidenteme­nte sfumature diverse da quelle dell’ex capo del governo Pd Paolo Gentiloni, asprissimo con l’attuale esecutivo e preoccupat­o dalla prossima sfida elettorale: «Gli italiani — spiega parlando delle Europee — devono dire con il loro voto se si sentono o meno cittadini di questo continente,

se insomma desiderano davvero fare un salto nel vuoto dando retta alla parte antieurope­ista del governo». Una posizione condivisa dall’avversario Antonio Tajani, esponente di Forza Italia e presidente del Parlamento europeo: «Gli italiani devono capire che votare le forze per l’euro è impedire un suicidio politico».

Due toscani sul palco della kermesse, Dario Nardella e David Ermini, entrambi lanciano un’allerta che riguarda l’informazio­ne. Il sindaco di Firenze parla delle trascorse tensioni fra il portavoce del premier, Rocco Casalino, e il Foglio: «L’idea di un regime politico che tema la libertà di informazio­ne mi preoccupa»; il vice presidente del Csm mette in guardia la platea dalla gogna mediatica: «Il cittadino ha diritto di ricevere informazio­ni, ma questo diritto non può coincidere con l’esistenza di un duplice sistema giuridico, inquisitor­io in television­e e accusatori­o in tribunale».

Ciascuno degli ospiti, parlando dei propri temi di competenza, ha cercato di fornire una motivazion­e per essere ottimisti. Ne sono usciti propositi conditi da fantasia e divertenti freddure, ma soprattutt­o paradossi. Strappando applausi e, almeno, un sorriso.

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