Da libreria a biblioteca La sfida delle femministe
Oggi in via Fiesolana inaugurazione del rinnovato locale
Presidio fisso Ogni giorno aperitivi letterari, laboratori, corsi. E una speciale raccolta di volumi
Sette mesi dopo la chiusura, la Libreria delle donne di via Fiesolana 2B riapre come Biblioteca femminista. Era l’8 marzo quando la fondatrice Emilia Mazzei detta Milly annunciava: «I libri non si vendono più, inutile insistere». Ora la nuova vocazione non è più commerciale ma associativa e culturale. Da «libreria» a «biblioteca». Con un salto in chiave più politica: da «delle donne» a «femminista».
Aveva aperto i battenti al l’8 marzo del 1980 con l’intento di «promuovere la letteratura di matrice femminile e la saggistica fatta da donne o che parlasse di donne». Una libreria tematica «con finalità politica». Ma delle 40 donne che l’avevano fondata erano rimaste in 15. Ora la nuova associazione «Fiesolana 2B» conta 45 nuove socie e oggi alle 18 inaugura il nuovo corso come «presidio fisso per le donne fatto di workshop, corsi di ogni tipo, gruppi di auto-coscienza, spazio di condivisione»,
spiega una delle socie Camilla Lastrucci (nella foto) che ieri ha ultimato la sistemazione dei nuovi scaffali con i volumi arrivati tramite donazioni e la campagna di crowdfunding «Ripartiamo dai libri» appena conclusa.
Da marzo a oggi il civico 2B era rimasto aperto una volta alla settimana per ospitare gli incontri delle socie, contando un giro di circa 200 persone al mese. D’ora in poi ci saranno attività tutti i pomeriggi dalle 18 alle 22 — aperitivi letterari, laboratori, corsi di storia dell’arte in chiave femminile, di yoga, di educazione sessuale — e ogni giovedì tutto il giorno come luogo di consultazione e confronto.
Al posto delle presentazioni dei libri si terranno «discussioni», e infatti la parte centrale del locale che le accoglie è arredato da comode poltrone per lunghe chiacchierate, perché «non possiamo più vendere, ma solo confrontarci — specifica la vicepresidente Lea Fiorentini — L’importante era che libri e riviste rimanessero in questo luogo». Alcuni rari e introvabili come i volumi della critica d’arte fiorentina Carla Lonzi o della filosofa post-strutturalist americana Judith Butler o le riviste Dwf e Noi donne.
«Oggi si apre anche una speciale raccolta di volumi — aggiunge Fiorentini — Chiunque viene a trovarci è invitato a portare ed eventualmente lasciarci il libro che l’ha fatta diventare femminista. Invito rivolto anche agli uomini, con i libri che per qualche motivo gli hanno fatto fare un cammino di libertà».