Dove i vicini vigilano già «Solo una rete sociale, qui nessuno fa il Rambo»
A Castelfiorentino 700 residenti coinvolti. A Firenze l’esperienza di Settignano
Il controllo di vicinato è già realtà a Castelfiorentino (c0n 25 gruppi e 700 cittadini coinvolti) e nella frazione fiorentina di Settignano. «È uno strumento utile — dice il sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni — E nessuno fa il super eroe».
È stato firmato martedì il protocollo tra Prefettura e 30 Comuni per il «controllo di vicinato», con cittadini-controllori che segnaleranno alle forze dell’ordine situazioni critiche o sospette, ma il controllo di vicinato è già una realtà. E non solo a Castelfiorentino ed Empoli, dove è partito la scorsa estate, ma anche a Firenze. Senza troppa pubblicità a Settignano da tempo un gruppo di controllo, che comunica via WhatsApp ed ha un referente, smista le segnalazioni alla forze dell’ordine.
«Il controllo di vicinato non risolve i problemi ma è uno strumento utile per ottimizzare la collaborazione e l’interazione tra cittadini e forze dell’ordine, facilitando loro il lavoro — spiega il sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni — Il rischio che qualche cittadino si senta un “super eroe”? Noi abbiamo fatto un lungo percorso di incontri con i cittadini, prima del varo del protocollo con la
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Il sindaco Falorni
Le persone sanno che non devono intervenire ma solo segnalare Questo però non sostituisce l’esigenza di più forze dell’ordine
Prefettura proprio per spiegare che i cittadini non devono intervenire, deve farlo chi è preposto; che non ci interessano “fenomeni”, nè nulla di speciale, ma solo che chi esce per portare fuori il cane, chi vede una macchina sospetta o nota movimenti strani avvisi via WhatsApp il referente e poi parte la segnalazione». Nel territorio del Comune ci sono 25 zone controllate così, con cartelli che avvisano dell’esistenza dei gruppi anche in funzione deterrente. «Sono coinvolte nei gruppi 700 persone e 2.000 sono iscritte alla pagina Facebook, chiusa, Castello sicura dove scambiamo informazioni, numeri importanti che dimostrano l’ampia partecipazione — aggiunge Falorni — È ovvio che segnalazioni diverse hanno tempi di risposte diverse, ma c’è un gruppo di referenti, di cui faccio parte anche io, e se c’è un’emergenza io che sono il primo cittadino posso alzare il telefono e far sì che i tempi di azione siano più brevi». Per Falorni non ci sono controindicazioni, rischi di ronde e di «rambismi», ma neppure facili entusiasmi: «Deve essere chiaro che è una cosa utile ma che per risolvere i problemi servono più uomini delle forze dell’ordine sul territorio e certezza della pena, elementi su cui abbiamo avviato una raccolta di firme».
Ieri Dario Nardella, sindaco di Firenze e Metropolitano, ha difeso la bontà dell’iniziativa, aggiungendo «il protocollo ricalca un’esperienza che stiamo già facendo a Settignano, dove ci vedremo il 19 novembre per mettere a punto le attività» e nella frazione collinare sono stati i residenti a dare vita al gruppo. Parole che trovano conferma nella frazione, dove però si fatica prima di individuare le «vedette», dato che i negozianti non sono stati coinvolti: «Mai sentito, è una cosa di ora?», si chiedono ad esempio le farmaciste di via D’Annunzio. Alla Casa del Popolo lo sanno — «ma non ce ne siamo interessati: è una roba che sa di ronde», dice Gabriele Conti, e alla gastronomia «La bottega di Settignano» arriva la spiegazione. Da un di un paio di residenti intenti a fare compere: «Siamo una trentina in totale — raccontano — ma niente ronde, ci limitiamo a scambiarci segnalazioni tramite un paio di gruppi WhatAapp: del resto siamo invasi dai ladri. Gli esercenti? Loro non c’entrano, non hanno problemi. I furti riguardano le case delle stradine più isolate. Prendiamo numeri di targa di macchine sospette, facciamo foto a persone sconosciute che si aggirano di notte, poi le passiamo ad un referente che si mette in contatto con i vigili. Qui purtroppo di pattuglie ne passano poche, stiamo pensando ad una vigilanza privata».