La storia di Sara, icona Apple in mondovisione
New York, una mamma fiorentina citata come esempio dal colosso Usa
«Sapevo che avrebbero usato una mia foto, ma non mi aspettavo avrebbero citato il mio nome e parlato del mio libro». È ancora emozionata Sara Franci, fiorentina di 35 anni, che con l’iPad ha disegnato un libro per il suo bambino. E la sua storia è arrivata fino a Cupertino dove ieri, in occasione del lancio del nuovo iPad, è finita sul maxi schermo.
❞ Sapevo che avrebbero usato una mia foto, ma non mi aspettavo che la vicepresidente parlasse di me
Quando Sara ha sentito il suo nome pronunciato in diretta mondiale è trasalita: «Sapevo che avrebbero usato una mia foto ma pensavo passasse sullo schermo come una slide, non mi aspettavo avrebbero citato il mio nome e parlato del mio libro». Invece durante la presentazione del nuovo Ipad, martedì scorso a New York, la vice presidente di Apple Angela Ahrendts, l’ha citata dal palco: «I nostri clienti adorano Sketchbook e riescono a catturare la città attraverso il disegno e le linee usando l’Ipad, e sono particolarmente felici quando riescono ad andare persino oltre; come Sara che dopo aver fatto alcune lezioni ha illustrato e pubblicato il suo primo libro per bambini».
Sara Franci, fiorentina di 35 anni, una laurea in Comunicazione e un passato da pallavolista, oggi un lavoro in un tour operator della città, ha sempre avuto la passione per la lettura, le storie illustrate e soprattutto per il disegno, a cui si dedica in ogni momento libero. Tra i mille impegni quotidiani però è sempre più difficile trovare tempo per disegnare, soprattutto da quando, nel 2017, è diventata mamma. «Disegnare con i colori, con una bimba piccola è impensabile, c’è troppo da fare, si ha tempo solo di notte e si arriva stremati», racconta. Finché, nell’ottobre di un anno fa, non decide di regalarsi un Ipad. «Con mio marito abbiamo deciso di fare questo investimento: sono andata nell’Apple store di piazza della Repubblica e l’ho comprato. La funzione Pencil ha mille matite che si possono usare, per me è stata una svolta epocale». L’Ipad le permette di disegnare a mano, con la tecnica che preferisce, direttamente sul tablet. Sara segue qualche lezione nel negozio per imparare le basi del sistema, poi inizia a dare sfogo alla fantasia. Dedicarsi al disegno diventa più facile e pratico, anche con un bebè di 4 mesi, tanto che, tratto dopo tratto, illustrazione dopo illustrazione nasce una storia, «Piccolo Buio». Lo scorso maggio il libro viene pubblicato da Pacini editore. «È una poesia, con testo illustrato e disegni, fatti a mano sulla paura del buio», spiega Sara.
Gli addetti dello store Apple di Firenze che l’hanno seguita nei suoi primi passi con l’Ipad si affezionano a questa giovane mamma che grazie alla tecnologia riesce a coniugare famiglia, lavoro e passioni, realizzare un suo sogno e pubblicare in meno di un anno il suo primo libro. E la storia di Sara dalla Toscana arriva a Cupertino: Angela Ahrendts, numero 2 del colosso informatico, decide di portarla come esempio nella presentazione ufficiale dei nuovi prodotti della mela morsicata.
Il libro di Sara affronta il tema della paura del buio a partire da una semplice domanda: «Tutto fa paura perché sembra diverso, ma hai mai pensato al buio nell’universo?». Così, attraverso disegni allegri e colorati, nei quali anche il testo assume forma artistica diventando un tutt’uno, si invitano i piccoli a riflettere sul fatto che nell’universo il concetto di buio non esiste. «È una delle mie paure. Ne ho sempre avute e da mamma sono aumentate. Spesso le paure sono viste come un tabù, invece bisogna parlarne. Tutti le abbiamo. Per me scrivere questo libro è stata una terapia. Spero che possa aiutare anche gli altri a capire che se guardiamo le cose positivamente possiamo trovare la bellezza anche dove non pensiamo ci possa essere». Ora Sara sta lavorando alla versione inglese di Piccolo Buio e ha in mente altri progetti: «Mi piacerebbe continuare a parlare ai bambini e affrontare altre paure e insicurezze, come l’accettazione di sé». Sua figlia sfoglia il libro e guarda i disegni. «Non vedo l’ora che diventi abbastanza grande per leggerglielo».