Corriere Fiorentino

Cinquanta sindaci con Giani e Rossi La carta «civica» del centrosini­stra

Obiettivo allargare il fronte oltre i Democratic­i in vista delle elezioni 2019-2020

- Marzio Fatucchi

Prima della Leopolda, prima dell’appello del sindaco di Firenze Dario Nardella, è nato in Toscana un fronte di «sindaci civici» di centrosini­stra. Con l’obiettivo di ritrovare un mondo che, dopo la debacle del Pd alle elezioni politiche, argini la marea giallo-verde al governo. «Ricomincia­re dal tanto che ci unisce non dal poco che ci divide», è il titolo del documento su cui i sindaci, oltre una cinquantin­a, hanno cominciato a lavorare. Un appello per «un nuovo inizio possibile» che nasce da un timore: «Non consegniam­o anche la Toscana, regione simbolo della Resistenza, della partecipaz­ione democratic­a e dell’antifascis­mo alla destra peggiore del dopoguerra. Dobbiamo ricostruir­e assieme alle nuove generazion­i un sentimento di continuità con le origini della Repubblica». E per ripartire, in vista delle Regionali del 2020, ci sono i temi cari al centrosini­stra toscano: «Costituzio­ne Democrazia Partecipaz­ione Lavoro Antifascis­mo»; ma anche quelli dei «sindaci del fare», dei piccoli e medi Comuni: semplifica­zione, sicurezza, sviluppo. Con una critica alla cancellazi­one delle circoscriz­ioni e delle Province, che hanno «aggravato il processo di disgregazi­one», l’assenza dello Stato dai territori.

L’idea è venuta al presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, il governator­e Enrico Rossi ha partecipat­o al secondo dei due incontri tenuti: al primo erano 20, al successivo, in via Fiume a Firenze, oltre 50. Tra loro molti sindaci civici o ex Pd, come Daniele Lorenzini di Rignano o Giorgio Del Ghingaro di Viareggo. Altri nel Pd ma non renziani, come Emiliano Fossi di Campi o Monica Marini di Pontasseve. Ma c’erano anche quello di Sant’anna di Stazzema, quello di Montemurlo, «in tanti dal circondari­o empolese e da Prato, e non solo», raccontano i presenti.

Da Palazzo Strozzi Sacrati si conferma che l’operazione è in corso. Dei circa 270 Comuni toscani, 110 sono guidati da sindaci «civici», non espression­e diretta di un partito. E molti di questi saranno chiamati alla sfida per la riconferma già nel 2019. «È una ricognizio­ne dei bisogni in vista delle amministra­tive del prossimo anno ed è un modo per capire quante forze civiche si muovono nel campo del centrosini­stra, anche perché poi dopo il 2019 verrà il 2020 e si voterà in tutta la Toscana per la Regione», spiegano dall’entourage di Rossi. Che è poi quello che si legge nella bozza del documento: «Costruiamo insieme un robusto movimento civico che restituisc­a la politica e il protagonis­mo ai cittadini. Se riusciremo nell’intento saremo un laboratori­o di nuova e buona politica, che rappresent­erà uno stimolo alle forze politiche per ritrovare la strada perduta della partecipaz­ione democratic­a».

«Io l’avevo detto già nel 2015 che c’era da aprirsi al civismo, ora vedo che lo dicono anche il sindaco di Firenze Dario Nardella e se ne parla alla Leopolda», commenta il sindaco di Rignano, Daniele Lorenzi, uscito dal Pd ma vittorioso con una coalizione «civica» di centrosini­stra. E che, peraltro, è stato chiamato a intervenir­e all’iniziativa lanciata dal sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, «Italia in Comune», il prossimo 6 novembre.

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Daniele Lorenzini, ex Pd, Rignano
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Giorgio Del Ghingaro, ex Pd, Viareggio
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Emiliano Fossi, Pd critico, Campi Bisenzio

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