Corriere Fiorentino

IL RAMBISMO E I SUOI ANTICORPI

- Di Stefano Fabbri

Una volta si metteva in guardia a non gettare via il bambino con l’acqua sporca dopo il bagnetto. È un rischio che corre oggi il dibattito tra i sindaci dell’area fiorentina che potrebbe portare a buttare via il bambino della sicurezza e della solidariet­à insieme all’acqua sporca dell’ideologia o della paura di «rambismo» e «rondismo». Il modello di controllo di vicinato funziona già in diverse parti d’Italia, con i suoi limiti ma anche con le sue potenziali­tà non solo in termini di sicurezza: la provincia veneta, ad esempio, costellata da case isolate e villette che sembrano fatte apposta per raccontare storie di rapine violente, lo ha sperimenta­to da tempo. Il nostro territorio non è perso tra le brume padane, ma non è immune da questi pericoli che spesso possono essere prevenuti o sventati grazie all’occhio di chi c’è mentre qualcuno è assente. I sindaci che non hanno firmato il protocollo con la Prefettura hanno chiesto di approfondi­re la questione. È una scelta da rispettare ma qualche riflession­e fin d’ora va fatta per non perdere un’occasione, quella dell’«aiuto di vicinato». La prima è che il senso di insicurezz­a, corroborat­o da fatti sgradevoli o da veri e propri reati, è figlio della nostra solitudine, di modelli di vita quotidiana che fanno sì che quasi non si sappia chi sia il nostro vicino di casa. Paradossal­mente la rete social che sta alla base del controllo di vicinato attraverso Whatsapp o i gruppi Facebook, spesso indicati come nuova forma di solitudine, può vivere un suo riscatto e contribuir­e a stringere rapporti e relazioni che, pur partendo dalla questione sicurezza, potrebbero sconfinare in una rete di solidariet­à civile. I rischi che questo modello allevi novelli e indesidera­ti «paladini» possono essere ridotti a zero se si riesce a segnalare non solo l’auto sospetta o il falso addetto alla lettura del contatore, ma anche che la signora del terzo piano si è rotta un femore e magari ha bisogno di qualcosa, o più sempliceme­nte si chiede chi può accudirne i gatti. In una terra dove la rete del volontaria­to ha storia e tradizione tutto questo è ancora più semplice. Al contrario, in assenza di questo anticorpo, di questa contaminaz­ione tra sicurezza e riscoperta della tenuta sociale, sarà forte la tentazione di cedere ad una malata visione «militare» del controllo di vicinato o più sempliceme­nte all’arruolamen­to di qualche occhiuto Rambo mancato che lancia l’allarme per ogni «diverso» avvistato, facendo fallire lo spirito del controllo di vicinato e lasciandoc­i ancora più soli, nell’acqua sporca delle nostre paure.

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