LA SICUREZZA URBANA? FINALMENTE COMPRENDE ANCHE QUELLA STRADALE
Caro direttore, quando un figlio di 17 anni ti è stato ucciso a Firenze — come è capitato a me con mio figlio Lorenzo, nel 2010 — non da un terrorista, non da un immigrato ma da un signore di 45 anni di Scandicci che guidava ubriaco e drogato contromano, ogni volta che senti parlare di sicurezza urbana da parte di tanti: politici, amministratori, cittadini, giornalisti senza fare un minimo riferimento alla sicurezza stradale, ti cadono le braccia e un po’ ti arrabbi. Ti arrabbi perché ancora nella mente di tanti gli scontri che accadono sulla strada sono «incidenti» e non reati nonostante la nostra battaglia, con la Onlus che porta il nome di mio figlio e con latre associazioni, sull’introduzione del reato di Omicidio e Lesioni Stradali abbia aumentato di un poco la consapevolezza della gravità del reato. Anche sulla provincia di Firenze i dati sono sempre allarmanti e ogni anno vengono revocate migliaia di patenti a persone che guidano sotto l’effetto di alcol e droga, superano di molto i limiti di velocità o compiono ripetutamente violazioni gravi del codice della strada. Sono delle bombe a orologeria che possono uccidere da un momento all’altro. E a queste si aggiungono quelli che ovviamente non vengono presi dai controlli o non provocano, per pura fortuna, lesioni o morti. La sicurezza stradale è, di gran lunga il primo problema di sicurezza di ogni città in Italia e sicuramente anche di Firenze. E le autorità preposte a garantire la sicurezza in una città non possono certo ignorarla. Con piacere quindi ho ascoltato nei giorni scorsi il Prefetto di Firenze Laura Lega parlare all’inaugurazione del nuovo centro operativo della Polizia Stradale di Firenze presso gli uffici della società autostrade di Firenze Nord. Per la prima volta da quando mi occupo di questo tema, ho sentito un Prefetto parlare di sicurezza stradale come un problema di sicurezza urbana. Musica per le mie orecchie, pura verità che non viene però mai alla luce. Ha parlato anche della necessità di fare controlli, prevenzione e sensibilizzazione per evitare queste tragedie che colpiscono tante famiglie. Nelle autostrade la mortalità negli ultimi 10 anni si è più che dimezzata, grazie alla tecnologia (con l’introduzione del «Tutor», lo strumento che misura la velocità media su lunghi tratti al contrario dell’autovelox) e ai controlli e il presidio della Polizia Stradale. Lo stesso purtroppo non si può dire nelle aree urbane, dove la diminuzione non è stata così consistente. Quindi lavorando bene certi risultati si possono raggiungere. Spero che il Prefetto faccia seguire alle parole i fatti, portando al centro dell’agenda del comitato provinciale per la sicurezza urbana i temi della sicurezza stradale e coordinando le varie forze dell’ordine che operano in questo campo. Se lo farà avrà sicuramente il nostro aiuto e quello delle associazioni che da anni si occupano di questo tema. Perché muoversi liberamente e in sicurezza nella tua città è un diritto costituzionale che va garantito a tutti i cittadini. A mio figlio Lorenzo e a tanti giovani come lui purtroppo questo diritto non è stato garantito, e noi abbiamo il dovere, nel loro ricordo, di lavorare perché questa violenza scompaia delle nostre città!
Le parole di Laura Lega Per la prima volta ho sentito un prefetto parlare in questi termini sostenendo la necessità di controlli, prevenzione e sensibilizzazione