Maestra colpita, la versione della scuola «Un incidente, non un’aggressione»
La lettera del preside, a chiederla i genitori e i docenti. «Rapporto collaborativo tra tutti»
❞ Non è vero che in passato ha portato coltelli a scuola Durante la mensa ne ha preso uno e l’ha alzato in aria solo per attirare l’attenzione Nessuno è stato colpito
Una lettera, in quattro punti, per fare chiarezza su quanto accaduto. A scriverla è il dirigente scolastico della scuola elementare del Quartiere 2 in cui il 25 ottobre un alunno di sette anni avrebbe dato una testata a una maestra. «Sono state le insegnanti e i genitori a chiedere che fosse spiegato cosa è successo» racconta il preside. Così ha preso carta e penna e ha messo nero su bianco i fatti per quello che definisce non un’aggressione ma un’incidente.
Secondo quanto riferito dalla maestra colpita, mentre i ragazzi dopo la mensa si stavano mettendo in fila in corridoio per andare in giardino, l’insegnante ha notato che il bambino era particolarmente agitato così si è avvicinata per parlargli e si è abbassata alla sua altezza: in quel momento «ha ricevuto una testata al naso e allo zigomo provocandole un contraccolpo al collo». Persistendo il dolore l’insegnate è stata portata in pronto soccorso per accertamenti. La maestra non ha preannunciato alcun avvio di azioni legali.
L’alunno è molto agitato, ha momenti di ira e difficoltà di comportamento. Ma non ha mai portato a scuola dei coltelli, come invece riportato da alcuni media: «Durante la mensa ha preso in mano il coltello delle posate poste accanto al piatto e l’ha alzato, probabilmente per attirare l’attenzione, ma senza lanciarlo e non ha colpito nessuno dei presenti» è scritto nella lettera, datata 2 novembre.
Le difficoltà del bambino sono note sia ai genitori che alla scuola. «Questa direzione ha in questi anni mantenuto un rapporto collaborativo e propositivo sia con i docenti della classe che con i genitori dell’alunno per concordare insieme le modalità idonee relative al percorso formativo dell’alunno e della classe» scrive il dirigente scolastico. La scuola ha organizzato un orario settimanale per garantire la presenza in aula di almeno due docenti, ed è stato richiesto e assegnato al bimbo un educatore da parte del Comune. Il ragazzino inoltre è seguito da uno psicologo.
Il bambino dopo il 25 ottobre non è ancora rientrato a lezione: «I genitori stanno pensando di mandarlo in un’altra scuola, ritengono che cambiare ambiente possa fargli bene» spiega il preside. Sul caso era intervenuto anche il vicepremier Matteo Salvini: su Facebook aveva affermato che «qualche no e qualche ceffone ogni tanto farebbero bene». Subito era arrivata la risposta del preside: «I no sono educativi, i ceffoni no».