Corriere Fiorentino

Maestra colpita, la versione della scuola «Un incidente, non un’aggression­e»

La lettera del preside, a chiederla i genitori e i docenti. «Rapporto collaborat­ivo tra tutti»

- Ivana Zuliani

❞ Non è vero che in passato ha portato coltelli a scuola Durante la mensa ne ha preso uno e l’ha alzato in aria solo per attirare l’attenzione Nessuno è stato colpito

Una lettera, in quattro punti, per fare chiarezza su quanto accaduto. A scriverla è il dirigente scolastico della scuola elementare del Quartiere 2 in cui il 25 ottobre un alunno di sette anni avrebbe dato una testata a una maestra. «Sono state le insegnanti e i genitori a chiedere che fosse spiegato cosa è successo» racconta il preside. Così ha preso carta e penna e ha messo nero su bianco i fatti per quello che definisce non un’aggression­e ma un’incidente.

Secondo quanto riferito dalla maestra colpita, mentre i ragazzi dopo la mensa si stavano mettendo in fila in corridoio per andare in giardino, l’insegnante ha notato che il bambino era particolar­mente agitato così si è avvicinata per parlargli e si è abbassata alla sua altezza: in quel momento «ha ricevuto una testata al naso e allo zigomo provocando­le un contraccol­po al collo». Persistend­o il dolore l’insegnate è stata portata in pronto soccorso per accertamen­ti. La maestra non ha preannunci­ato alcun avvio di azioni legali.

L’alunno è molto agitato, ha momenti di ira e difficoltà di comportame­nto. Ma non ha mai portato a scuola dei coltelli, come invece riportato da alcuni media: «Durante la mensa ha preso in mano il coltello delle posate poste accanto al piatto e l’ha alzato, probabilme­nte per attirare l’attenzione, ma senza lanciarlo e non ha colpito nessuno dei presenti» è scritto nella lettera, datata 2 novembre.

Le difficoltà del bambino sono note sia ai genitori che alla scuola. «Questa direzione ha in questi anni mantenuto un rapporto collaborat­ivo e propositiv­o sia con i docenti della classe che con i genitori dell’alunno per concordare insieme le modalità idonee relative al percorso formativo dell’alunno e della classe» scrive il dirigente scolastico. La scuola ha organizzat­o un orario settimanal­e per garantire la presenza in aula di almeno due docenti, ed è stato richiesto e assegnato al bimbo un educatore da parte del Comune. Il ragazzino inoltre è seguito da uno psicologo.

Il bambino dopo il 25 ottobre non è ancora rientrato a lezione: «I genitori stanno pensando di mandarlo in un’altra scuola, ritengono che cambiare ambiente possa fargli bene» spiega il preside. Sul caso era intervenut­o anche il vicepremie­r Matteo Salvini: su Facebook aveva affermato che «qualche no e qualche ceffone ogni tanto farebbero bene». Subito era arrivata la risposta del preside: «I no sono educativi, i ceffoni no».

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L’articolo del «Corriere Fiorentino» dello scorso 30 ottobre

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