Corriere Fiorentino

Ristruttur­azioni, altolà degli architetti «Confrontia­moci»

- A.P.

«Non possiamo lamentarci dei molti immobili inutilizza­ti o non mantenuti se non affrontiam­o con equilibrio le esigenze di tutela e gli usi che possono giustifica­re gli investimen­ti». Serena Biancalani, presidente dell’ordine degli architetti di Firenze, in una lettera aperta al Comune, chiede un confronto vero con tutta la città sulla recente variante al regolament­o urbanistic­o che ha cambiato alcune norme sulle ristruttur­azioni. La posta in gioco, fanno notare gli architetti, non riguarda interessi limitati, ma il futuro di tutti, per questo il dibattito non può essere confinato agli addetti ai lavori e svolto solo con linguaggio tecnico. «Se in linea generale — continua Biancalani — dovesse prevalere la tesi che non si possa cambiare destinazio­ne d’uso (vedi sentenza Palazzo Tornabuoni, ndr) oppure che non si possano fare frazioname­nti, ci troveremmo davanti a una categoria di intervento edilizio assai poco utilizzabi­le. È evidente che in alcuni casi l’eccezional­ità del bene, tramite scelte di pianificaz­ione urbanistic­a, potrà comportare l’obbligo di mantenimen­to della destinazio­ne d’uso e il divieto di frazioname­nto, ma altra cosa è generalizz­are tali limiti a tutti gli interventi di restauro». Prima della variante circa il 42% del patrimonio edilizio del Comune di Firenze era limitato agli interventi di restauro, «ma ora l’introduzio­ne della sottocateg­oria della ‘ristruttur­azione edilizia con limitazion­i’ non risolve tutti i problemi». Insomma, conclude la presidente, «serve che il prossimo Piano Operativo approcci in modo diverso il patrimonio edilizio esistente, differenzi­ando la classifica­zione, stringendo o allargando la tutela in relazione alle caratteris­tiche dei singoli edifici». Le riflession­i di Biancalani trovano una sponda nell’assessore all’urbanistic­a Giovanni Bettarini che si dice «positivame­nte colpito» dalle parole degli architetti «che hanno ben capito il lavoro che abbiamo svolto fino a oggi. L’ordine ha ragione: il dibattito urbanistic­o è centrale».

La risposta Bettarini: «L’Ordine ha ragione, per la nostra città il tema è centrale»

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