Corriere Fiorentino

Pezzella, grinta da capitano

L’argentino dopo il pari con la Roma: «Il rigore? Mi sarei arrabbiato se me lo avessero dato contro» E su Simeone: «Sabato l’ho rimprovera­to. Sta soffrendo. gli manca il gol ma deve rimanere tranquillo»

- Matteo Magrini

Davide, sarebbe fiero di lui. Perché oggi, German Pezzella, è il miglior erede che Astori potesse lasciare. «Ogni volta che entro nello spogliatoi­o e vedo la fascia, al mio posto, mi vengono i brividi perché dentro quella fascia c’è Firenze, c’è la Fiorentina, c’è Davide. Per questo ero pronto a tutto pur di difenderla quando volevano impedirmi di indossarla».

Questo è, Pezzella. Poteva farsi schiacciar­e, da quel peso. E invece no. Anzi. Da quando il capitano non c’è più l’argentino è salito a un livello superiore. Dicono che si sia letteprimo ralmente trasformat­o. Timido prima, trascinato­re oggi. Duro, quando serve, ma positivo. Sempre. Come l’altra sera contro la Roma quando (più o meno a metà primo tempo) se avesse avuto per le mani Simeone lo avrebbe probabilme­nte attaccato al vetro della Maratona. «È vero — racconta a Radio Bruno — mi sono arrabbiato tantissimo perché dopo aver perso palla aveva la testa bassa e non ha rincorso l’avversario».

Lui, a Giovanni come a tutti i suoi compagni, vuole un bene dell’anima. E sarà sempre il a difenderli. E così, dopo il bastone, arriva la carota. «Gio deve stare tranquillo — dice Pezzella — lasciando perdere tutto quello che succede fuori dal campo. Sta soffrendo, gli manca il gol, ma non deve mai smettere di lavorare per la squadra anche se gli arrivano pochi palloni».

E poi Pjaca. Un altro che non se la passa benissimo. «Sente una grande responsabi­lità perché tutti si aspettano moltissimo da lui. È un grande, deve solo lasciarsi andare». Sa bene, German, che il salto di qualità per puntare al- l’Europa passa (soprattutt­o) dalla crescita degli attaccanti. Del resto, là dietro, invece, le cose funzionano. Con 9 gol subiti la Fiorentina ha la terza miglior difesa della Serie A e, meglio di lei, hanno fatto soltanto Inter (6) e Juventus (8).

Merito anche, per non dire in particolar­e, di Pezzella. Impression­ante, il suo rendimento. L’argentino (1.062’ giocati su 1.062) è quinto in campionato per interventi riusciti, con una media di 2,5 a partita. È primo, però, consideran­do i giocatori con (almeno) 10 presenze e, soprattutt­o, commettend­o soltanto 0,8 falli di media a gara. Meno di Icardi e Higuain, giusto per fare un esempio. Un muro «gentile» che, con 7,22 di rating (il valore riassume tutti i fattori) è attualment­e il miglior centrale del campionato.

Tornando alla partita con la Roma: «Il rigore che ci è stato concesso — dice — è stato molto strano, io mi arrabbiere­i se me lo fischiasse­ro contro. In campo non sempre si riescono a capire certe decisioni. In ogni caso io tengo in casa un grande foglio con tutte quelle prese contro di noi». «Aver subito così tante rimonte — continua — significa non essere riusciti a chiudere prima il match. Ad esempio a Torino dopo la rete segnata all’inizio abbiamo commesso l’errore di arretrare troppo e fallire tanti passaggi. Dobbiamo gestirci meglio e concedere meno se vogliamo tornare a vincere al più presto». Infine il rapporto con Firenze. «Io sono felice e nel calcio non succede spesso. Quando capita diventa difficile cambiare. Non posso dire che resterò a vita perché non si sa mai cosa può succedere ma io a Firenze sto davvero bene». Sembra il ritratto di Astori, invece, è «sempliceme­nte» Pezzella.

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German Pezzella, difensore argentino della Fiorentina e capitano

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