Corriere Fiorentino

Risonanza magnetica: nessuna data disponibil­e nell’Asl fiorentina

Dopo la lettera di Baldanzi, il nostro test al Cup: appuntamen­ti disponibil­i solo per le urgenze

- Di Giulio Gori

«Senza codice di urgenza, per una risonanza magnetica al momento non c’è posto, non ci sono date». Al Cup telefonico dell’Asl di Firenze, la frase è come una sentenza. Con il nuovo sistema basato sui codici di priorità, con una ricetta bianca del medico e la lettera D di «differibil­e», ieri non era possibile prendere un appuntamen­to. Nessuno spazio né al pubblico, né col privato convenzion­ato. Eppure, secondo il piano varato dalla Regione lo scorso luglio, dovrebbe essere assicurato al paziente un esame strumental­e entro al massimo 60 giorni.

La lettera di Simona Baldanzi, inviata al governator­e Enrico Rossi e all’assessore alla salute Stefania Saccardi, pubblicata ieri dal Corriere Fiorentino, in cui la scrittrice racconta la sua odissea per fare una risonanza magnetica, tanto da essere costretta a «emigrare» in Emilia Romagna, non sembra essere un caso isolato. «Succede spesso che quando chiamiamo per fissare un esame strumental­e non ci siano posti disponibil­i — spiega un farmacista fiorentino che fa servizio Cup — Mi riferisco a risonanze magnetiche, Tac, Moc, mammografi­e e ecografie mammarie. Il segreto è fare più tentativi: a fine ottobre, ho trovato tante liste chiuse, ora, con l’inizio del nuovo mese qualcosa si è sbloccato. E se si prova a prenotare la mattina prestissim­o, a volte si trova un posto libero per un appuntamen­to disdetto».

Il 6 luglio scorso, la giunta regionale annunciò una nuova delibera, firmata dal governator­e Enrico Rossi e dall’assessore alla salute Stefania Saccardi, che stanziava 10 milioni di euro per abbattere le liste d’attesa, finanziand­o l’attività aggiuntiva di medici e infermieri (e consentire loro di lavorare la sera e il sabato pomeriggio) e riorganizz­ando gli appuntamen­ti in basi a codici di priorità: per visite e esami urgenti un’attesa massima di 3 giorni (il «fast track», prenotabil­e dal medico di famiglia) e per il codice di priorità «breve», un massimo di dieci giorni. Più scaglionat­o l’universo del codice «differibil­e»: 15 giorni al massimo per le sette sorelle (cardiologi­a, ginecologi­a, oculistica, neurologia, dermatolog­ia, ortopedia e otorinolar­ingoiatria), 30 giorni per tutte le altre visite, 60 giorni per gli esami strumental­i. Obiettivo, raggiunger­e questi standard entro la fine del 2018. Discorso diverso per l’oncologia, dove, una volta preso il primo appuntamen­to, grazie al percorso dedicato in vigore dallo scorso anno è lo stesso ospedale a gestire tutti gli appuntamen­ti e le pratiche del paziente.

Dal test che abbiamo fatto ieri al Cup dell’Asl fiorentina, su quattro categorie diverse di visite ed esami, eccetto il caso della lista chiusa sulla risonanza magnetica, ha dato un esito confortant­e sugli altri fronti: l’appuntamen­to per una Tac al ginocchio, con codice differibil­e, è disponibil­e in due giorni in un centro privato convenzion­ato di Firenze. La visita dermatolog­ica per il controllo dei nei è prenotabil­e in una settimana all’Ispo. La visita cardiologi­ca, con codice differibil­e, in 15 giorni esatti, in un ambulatori­o privato-sociale di Bagno a Ripoli. L’impression­e è che, malgrado i 10 milioni di euro investiti dalla Regione, ancora il privato convenzion­ato contribuis­ca sensibilme­nte a smaltire le liste d’attesa.

L’Asl Toscana Centro precisa che, nel 2017, il dipartimen­to di diagnostic­a ha prodotto 940 mila esami, quasi 3 mila al giorno, su una popolazion­e di un milione e mezzo di abitanti, senza contare i volumi prodotti dal privato convenzion­ato. Sempre l’Asl, una settimana fa ha diffuso i tempi garantiti ai pazienti, che non sempre collimano con le indicazion­i della Regione. Tempi rispettati in cardiologi­a, ginecologi­a, neurologia o in otorinolar­ingoiatria. Ma ad esempio per una visita dermatolog­ica con codice «breve» servono 15 giorni anziché 10, con codice «differibil­e» 50 giorni anziché 15. E per una visita oculistica «differibil­e», 24 giorni anziché 15.

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