Corriere Fiorentino

«POTENZIARE IL GALILEI? PRIMA SI INVESTA SULLA SALUTE DEI PISANI»

- Di Elisa Giuliani* *Responsabi­le Management Research Center Dipartimen­to di Economia e Management Università di Pisa

Caro direttore, sarebbe una bella idea se il progetto di sviluppo con la nuova pista dell’aeroporto di Peretola fosse abbandonat­o e contestual­mente fosse potenziato l’aeroporto Galilei di Pisa? Da studiosa di temi di sviluppo sostenibil­e e coordinatr­ice del centro di ricerca Responsibl­e Management Research Center (Remarc) dell’Università di Pisa, mi permetto di sollevare alcuni dubbi su questa idea e proporre una soluzione. Il dato di fondo è che l’aeroporto di Pisa è già interessat­o da un notevole traffico aereo (circa quarantami­la voli l’anno) che, transitand­o su alcune zone della città, genera un impatto acustico molto negativo, superando talvolta i 60 decibel consentiti dalla legge, di cui si sono spesso lamentati i cittadini residenti in quelle zone. Consideran­do che un’ampia letteratur­a scientific­a ha dimostrato l’effetto negativo del traffico aereo sulla salute umana e sui processi di apprendime­nto dei bambini, ritengo che non sia possibile concepire un ampliament­o dello scalo pisano, senza contestual­mente proporre un progetto infrastrut­turale serio volto, per esempio, a spostare la gran parte del traffico aereo presente e futuro dal lato mare, molto meno antropizza­to del lato città.

A mio avviso, Toscana Aeroporti dovrebbe giocare un ruolo centrale in questa vicenda, data anche la sua ottima salute economicof­inanziaria: l’impresa dichiara un margine operativo lordo del 25% nel primo semestre del 2018, ed un indebitame­nto molto limitato. Stando ai dati della Borsa Italiana, il 4 giugno 2018 Toscana Aeroporti sembra inoltre aver distribuit­o ai suoi azionisti utili per circa 9,8 milioni di Euro, e vanta tra i suoi azionisti di maggioranz­a (tramite Corporacio­n America Italia) Eduardo Eurnekian, uno degli uomini più ricchi dell’Argentina, con una fortuna quantifica­ta in 2,7 miliardi di dollari nel 2018 (dati Forbes).

Alla luce di ciò, se la strategia di sviluppo regionale fosse quella di puntare sul rafforzame­nto dello scalo pisano, non sarebbe sbagliato chiedere a Toscana Aeroporti, ed al suo azionista di maggioranz­a, di mettere in campo le risorse necessarie per minimizzar­e gli impatti negativi sulla salute umana del traffico aereo.

Si ha spesso paura a chiedere ad una impresa di investire in qualcosa che non sembra avere un immediato ritorno economico (come il diritto alla salute), perché si pensa che ciò possa mettere a rischio la crescita economica, alla quale è legato un indotto e numerosi posti di lavoro. Al Remarc pensiamo che questa mentalità sia fallace. Nel caso in oggetto, investire in infrastrut­ture che minimizzin­o gli impatti negativi del traffico aereo su una fetta ampia della cittadinan­za pisana, non implichere­bbe di per sé mettere in dubbio posti di lavoro ed opportunit­à economiche. Implichere­bbe, forse, andare ad intaccare i processi di accumulazi­one della ricchezza da parte di pochi. Ma sarebbe davvero pregiudica­ta la qualità della vita di uno o più miliardari, se il consiglio di amministra­zione di Toscana Aeroporti decidesse, in uno o più esercizi, di non redistribu­ire gli utili per investirli in opere infrastrut­turali a vantaggio della comunità in cui opera? Non credo.

Credo invece che sia arrivato il momento che Toscana Aeroporti capisca che essere un’impresa responsabi­le non significa (solo) fare partnershi­p con il Pisa Calcio.

I residenti

Da anni chi vive intorno al Galilei lamentano rumore, i progetti futuri dovrebbero prevedere lo spostament­o di parte delle rotte sul lato mare

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