Denunciarono lo sfruttamento, operai aggrediti da cinesi
I due pakistani lavorano in una ditta tessile pratese e sono iscritti ai Cobas (che ora accusano la Cgil)
«Li ho visti ma non ho potuto riconoscerli: erano quattro uomini cinesi, ci hanno aggredito subito, non abbiamo fatto in tempo a far nulla». Adeel — uno dei due operai tessili pachistani vittime di un agguato a colpi di mazze, bottiglie e coltelli — racconta l’aggressione avvenuta martedì sera alle 19 nel sottopassaggio di via Montalese. Lui e Abbas hanno in comune due cose oltre alla nazionalità: condividono il posto di lavoro e sono iscritti al sindacato Sì Cobas. Entrambi gli aspetti, secondo Adeel, hanno a che fare con la brutale aggressione che li ha condotti
❞ Il racconto Li ho visti ma non ho potuto riconoscerli Erano quattro uomini cinesi
in ospedale, dove sono stati giudicati guaribili in pochi giorni. Stavano tornando a casa dal lavoro, una ditta tessile gestita da cinesi a Montemurlo. «Il capo sta lì, è giovane, ma la ditta figura essere di un prestanome», spiega ancora Adeel. La polizia, intervenuta sul posto poco dopo la fuga dei cinesi, sta indagando sulla correlazione fra l’episodio e le minacce ricevute dagli stessi lavoratori ad opera dei titolari della ditta dove lavorano. Adeel e Abbas, infatti, sarebbero stati più volte esortati a tornare sui propri passi dopo aver intentato e vinto una vertenza sindacale che chiedeva conto di un regolare contratto di lavoro. «Prima lavoravamo 12 ore al giorno 7 giorni su 7, ora lavoriamo otto ore con sabato e domenica liberi. Ma questa cosa a loro non è mai piaciuta e ci hanno minacciato tante volte, dicendoci che d’ora in poi il nostro futuro non sarebbe stato più nelle nostre mani». Una cinquantina di lavoratori del sindacato Sì Cobas, ieri pomeriggio, hanno partecipato a una manifestazione di protesta di fronte alla sede della Prefettura di Prato.
I manifestanti, quasi tutti stranieri, chiedevano all’ufficio del governo sul territorio di puntare i riflettori sull’episodio. Sia Luca Toscano che Karim Bekkal, entrambi dirigenti del sindacato, hanno mosso accuse esplicite contro «il sistema e i sindacati confederali che finora non hanno mai fatto nulla per cancellare la situazione di schiavitù dei lavoratori in cui tutti sano essere Prato e la piana». Il segretario dei tessili della Cgil di Prato e Pistoia Massimiliano Brezzo ha sostenuto i lavoratori: «So che avevano denunciato la loro condizione di sfruttamento, la stessa da noi denunciata per altre migliaia di lavoratori sul territorio». Nella ditta dove lavorano i due operai aggrediti ci sono una ventina di dipendenti: tutti cinesi tranne quattro, che sono pachistani. Di questi, tre sono iscritti al Sì Cobas.