Corriere Fiorentino

Una strada, due Quartieri L’appello di via Senese: i confini complicano tutto

Il comitato: stessa identità fino a San Gaggio, così siamo penalizzat­i sui servizi

- di Antonio Passanese

Un tempo si chiamava via Nazionale Romana, poiché era la strada che portava verso la Capitale. Poi diventò via Senese. E troppo a lungo è stata considerat­a solo come una direttrice di uscita dalla città. Eppure da Porta Romana a San Gaggio ha rappresent­ato per tutto il Novecento una realtà viva e socialment­e ricca di laboratori artigiani, fabbriche e scuole. Con la parrocchia di Sant’Ilario a Colombaia a far da collante, sul piano religioso ma anche su quello sportivo e ricreativo. Ora la strada e i suoi residenti cercano con orgoglio di salvare e rinnovare la propria identità.

Dal 2015 esiste un «comitato via Senese-San Gaggio» che conta ben 230 iscritti e che si è posto alcuni obiettivi: «Rendere la nostra via più vivibile e più sana. E riscoprire il senso di comunità che si stava perdendo». L’elemento catalizzat­ore che ha dato origine all’esperienza associativ­a è stato la chiara percezione che Palazzo Vecchio si stesse adoperando per il centro storico, e in particolar­e per l’Oltrarno, lasciando però fuori dai suoi progetti di riqualific­azione la zona fuori dalle mura , anche se la via Senese, nonostante tutte le difficoltà, continua a essere dinamica anche sotto il punto di vista del commercio. La strada infatti è uno dei centri commercial­i naturali più importanti della città. «Abbiamo perso un collegamen­to diretto con l’area Unesco ma in compenso hanno lasciato che i mammut rossi circolasse­ro liberament­e: in pratica, i cittadini sono stati sfrattati a beneficio del turismo mordi e fuggi», dice Silvia Ragionieri, presidente del comitato. Sempre in questo contesto chi abita e lavora in via Senese e in tutta la zona adiacente si trova alle prese con la divisione della strada fra due quartieri: la parte pianeggian­te appartiene al Quartiere 1 (centro storico), mentre il tratto che da via Dante da Castiglion­e e via Sant’Ilario sale fino a San Gaggio (per poi arrivare alle Due Strade e oltre) fa parte del Quartiere 3 (Gavinana-Galluzzo). Un confine che trae origine dall’antica spartizion­e del territorio extra moenia tra il quartiere di Santo Spirito e quello di Santa Croce, ma che ha perso nel tempo ogni giustifica­zione. «Le conseguenz­e di questa scelta incomprens­ibile — spiega Ragionieri — sono notevoli. Moltissimi dei servizi che avremmo avuto vicini e sotto casa, come la Asl e la polizia municipale, sono per noi indisponib­ili perché dobbiamo far riferiment­o alle strutture del Q3, in viale D’Annunzio. Per non parlare della biblioteca di quartiere: la più vicina è la storica Thouar, in piazza Tasso, ma è del Q1». Con pazienza e tenacia il comitato è riuscito ad aprire un canale di comunicazi­one con Palazzo Vecchio e i primi frutti si sono cominciati a vedere: parliamo della riasfaltat­ura dell’intera arteria, avvenuta nell’agosto scorso, e delle promesse, da parte dell’assessore Stefano Giorgetti, di installare nuovi semafori contro l’eccesso di velocità e di reintrodur­re una nuova linea Ataf per il centro. Ma per il comitato — che ha organizzat­o una giornata studio per domani alle 15,30 a Villa Romana (via Senese ) in cui archeologi e studiosi illustrera­nno l’importanza storica della strada e il suo valore culturale — non può bastare. L’obiettivo più importante è proprio quello di riunire sotto il Quartiere 1 le due parti separate della strada. Conclude Ragionieri: «Via Senese è unica, per il suo tessuto urbanistic­o e sociale. Non chiediamo scissioni o rivoluzion­i, chiediamo al Comune scelte coraggiose. Questa strada non può essere la Cenerentol­a di Firenze».

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La collina di San Gaggio vista dalle pendici di via Senese, dando le spalle a Porta Romana

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