Sit-in contro l’ordinanza anti bivacchi E il Comune fa bagnare il selciato
Pisa, protesta di sinistra e Pd. Conti ringrazia gli agenti per la multa all’ex assessore Il caso di Empoli Dopo le dimissioni la donna abortì: aperta un’inchiesta
Procurato aborto colposo. C’è un’ipotesi di reato ma ancora nessun indagato nel fascicolo aperto dalla Procura di Firenze sul caso della donna che ha perso il bambino al nono mese di gravidanza, il 3 novembre all’ospedale di Empoli. L’inchiesta, partita dopo la segnalazione della polizia, è stata affidata ai pm Giuseppe Ledda e Giacomo Pestelli, i quali hanno disposto l’acquisizione delle cartelle cliniche e nei prossimi giorni avvieranno accertamenti medico legali sul corpo del neonato. La signora, 37 anni, mamma già di una bambina, era all’ultimo mese di gravidanza. Venerdì pomeriggio, secondo una prima ricostruzione, aveva accusato dolori addominali e al fianco destro e si era rivolta al pronto soccorso ostetrico del San Giuseppe. «Da tre giorni soffro di gastroenterite», aveva raccontato. Per questo i medici avevano eseguito il tracciato cardiaco del feto e un’ecografia all’addome della donna. Gli esami erano risultati negativi, così era stata mandata a casa. Ma a mezzanotte, in preda a dolori fortissimi, era ritornata in ospedale. Qui era stata ripetuta l’ecografia ed era emersa una emorragia. Da lì il trasferimento in sala operatoria e poi l’intervento fatto in emergenza. Durante il cesareo era emersa una rottura nell’utero. I medici avevano estratto il piccolo già morto, ma avevano evitato di asportare l’utero, per consentire alla donna la possibilità di altre gravidanze. Sulla vicenda, la Asl Toscana Centro aveva aperto tempestivamente un’inchiesta, disponendo l’autopsia sul feto. Qualche giorno fa è emerso un particolare che potrebbe aver inciso sulle dimissioni della signora dal pronto soccorso. La donna era seguita da un ginecologo privato e quando si è presentata in ospedale non c’era una cartella clinica che riportava i suoi pregressi. Inoltre, nella cartella clinica aperta al pronto soccorso non comparivano elementi per poter trattenere la donna al San Giuseppe. Documenti che, nelle prossime ore, approderanno in Procura.
Tutti seduti per terra di fronte al Comune per protestare contro l’ordinanza che vieta di sedersi sui monumenti e sui sagrati. È l’iniziativa contro la misura anti-bivacchi voluta dal sindaco Michele Conti della Lega che si è svolta ieri a Pisa. Il sit in non è durato molto, perché poco dopo è arrivato un addetto del Comune che con un’idropulitrice ha bagnato il selciato tra Palazzo Gambacorti, sede dell’amministrazione comunale, e le Logge di Banchi. Così i manifestanti si sono spostati in un’altra piazza, guidati dal promotore dell’iniziativa Dario Danti, ex assessore alla Cultura della precedente giunta di centrosinistra, che già sabato scorso si era seduto per protesta sul sagrato di una chiesa di piazza dei Cavalieri — uno dei cuori della movida pisana — ed era stato multato dai vigili urbani. E proprio ieri, mentre Danti e i suoi sostenitori, tra cui il padre del leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, mettevano in scena la protesta anti-ordinanza, l’assessora alla Sicurezza cittadina Giovanna Bonanno e il sindaco Conti hanno voluto ringraziare la Polizia municipale «per il lavoro svolto in piazza dei Cavalieri». L’apprezzamento di Conti e Bonanno è «non soltanto per il senso del dovere mostrato dagli agenti ma soprattutto per l’alto livello di professionalità degli stessi, che hanno gestito la situazione senza cadere nell’evidente provocazione dell’ex assessore Danti che ha tenuto un atteggiamento che poco si addice al lavoro di docente — dicono il sindaco e l’assessora — e dovrebbe quindi insegnare ai propri alunni il rispetto delle regole e le nozioni di educazione civica».
Fuori da Palazzo Gambacorti, intanto, esponenti della sinistra e del Pd si sedevano per terra facendo «un atto di disobbedienza civile collettiva contro un’ordinanza sbagliata, da coprifuoco, che vuole trasformare le piazze in spazi vissuti dalle persone in luoghi che invece devono essere attraversati», ha spiegato Danti. «Ora facciamo un passo in più — aggiunge la consigliera regionale Pd Alessandra Nardini — Oltre all’opposizione alla bislacca deriva securitaria leghista dobbiamo elaborare a sinistra una proposta alternativa sulla legalità, la lotta alla criminalità e la cura della città, non rimuovendo i problemi che sappiamo esistere. In questo sono d’accordo con quanto affermato dal direttore della Normale Barone». Poi è arrivata l’idropulitrice e tutti si sono dovuti alzare, seppur tra le proteste. «Nessun boicottaggio — spiegano dal Comune — È uno degli interventi che facciamo fare ogni sera per evitare che la gente si sieda sui monumenti». Lunedì Danti vedrà Conti e gli chiederà di ritirare l’ordinanza.«E il sindaco gli dirà di no», fanno sapere da Palazzo Gambacorti.
Il fascicolo L’ipotesi di reato è procurato aborto colposo, ma per ora non ci sono indagati