Corriere Fiorentino

Sit-in contro l’ordinanza anti bivacchi E il Comune fa bagnare il selciato

Pisa, protesta di sinistra e Pd. Conti ringrazia gli agenti per la multa all’ex assessore Il caso di Empoli Dopo le dimissioni la donna abortì: aperta un’inchiesta

- Valentina Marotta Paolo Ceccarelli

Procurato aborto colposo. C’è un’ipotesi di reato ma ancora nessun indagato nel fascicolo aperto dalla Procura di Firenze sul caso della donna che ha perso il bambino al nono mese di gravidanza, il 3 novembre all’ospedale di Empoli. L’inchiesta, partita dopo la segnalazio­ne della polizia, è stata affidata ai pm Giuseppe Ledda e Giacomo Pestelli, i quali hanno disposto l’acquisizio­ne delle cartelle cliniche e nei prossimi giorni avvieranno accertamen­ti medico legali sul corpo del neonato. La signora, 37 anni, mamma già di una bambina, era all’ultimo mese di gravidanza. Venerdì pomeriggio, secondo una prima ricostruzi­one, aveva accusato dolori addominali e al fianco destro e si era rivolta al pronto soccorso ostetrico del San Giuseppe. «Da tre giorni soffro di gastroente­rite», aveva raccontato. Per questo i medici avevano eseguito il tracciato cardiaco del feto e un’ecografia all’addome della donna. Gli esami erano risultati negativi, così era stata mandata a casa. Ma a mezzanotte, in preda a dolori fortissimi, era ritornata in ospedale. Qui era stata ripetuta l’ecografia ed era emersa una emorragia. Da lì il trasferime­nto in sala operatoria e poi l’intervento fatto in emergenza. Durante il cesareo era emersa una rottura nell’utero. I medici avevano estratto il piccolo già morto, ma avevano evitato di asportare l’utero, per consentire alla donna la possibilit­à di altre gravidanze. Sulla vicenda, la Asl Toscana Centro aveva aperto tempestiva­mente un’inchiesta, disponendo l’autopsia sul feto. Qualche giorno fa è emerso un particolar­e che potrebbe aver inciso sulle dimissioni della signora dal pronto soccorso. La donna era seguita da un ginecologo privato e quando si è presentata in ospedale non c’era una cartella clinica che riportava i suoi pregressi. Inoltre, nella cartella clinica aperta al pronto soccorso non comparivan­o elementi per poter trattenere la donna al San Giuseppe. Documenti che, nelle prossime ore, approderan­no in Procura.

Tutti seduti per terra di fronte al Comune per protestare contro l’ordinanza che vieta di sedersi sui monumenti e sui sagrati. È l’iniziativa contro la misura anti-bivacchi voluta dal sindaco Michele Conti della Lega che si è svolta ieri a Pisa. Il sit in non è durato molto, perché poco dopo è arrivato un addetto del Comune che con un’idropulitr­ice ha bagnato il selciato tra Palazzo Gambacorti, sede dell’amministra­zione comunale, e le Logge di Banchi. Così i manifestan­ti si sono spostati in un’altra piazza, guidati dal promotore dell’iniziativa Dario Danti, ex assessore alla Cultura della precedente giunta di centrosini­stra, che già sabato scorso si era seduto per protesta sul sagrato di una chiesa di piazza dei Cavalieri — uno dei cuori della movida pisana — ed era stato multato dai vigili urbani. E proprio ieri, mentre Danti e i suoi sostenitor­i, tra cui il padre del leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, mettevano in scena la protesta anti-ordinanza, l’assessora alla Sicurezza cittadina Giovanna Bonanno e il sindaco Conti hanno voluto ringraziar­e la Polizia municipale «per il lavoro svolto in piazza dei Cavalieri». L’apprezzame­nto di Conti e Bonanno è «non soltanto per il senso del dovere mostrato dagli agenti ma soprattutt­o per l’alto livello di profession­alità degli stessi, che hanno gestito la situazione senza cadere nell’evidente provocazio­ne dell’ex assessore Danti che ha tenuto un atteggiame­nto che poco si addice al lavoro di docente — dicono il sindaco e l’assessora — e dovrebbe quindi insegnare ai propri alunni il rispetto delle regole e le nozioni di educazione civica».

Fuori da Palazzo Gambacorti, intanto, esponenti della sinistra e del Pd si sedevano per terra facendo «un atto di disobbedie­nza civile collettiva contro un’ordinanza sbagliata, da coprifuoco, che vuole trasformar­e le piazze in spazi vissuti dalle persone in luoghi che invece devono essere attraversa­ti», ha spiegato Danti. «Ora facciamo un passo in più — aggiunge la consiglier­a regionale Pd Alessandra Nardini — Oltre all’opposizion­e alla bislacca deriva securitari­a leghista dobbiamo elaborare a sinistra una proposta alternativ­a sulla legalità, la lotta alla criminalit­à e la cura della città, non rimuovendo i problemi che sappiamo esistere. In questo sono d’accordo con quanto affermato dal direttore della Normale Barone». Poi è arrivata l’idropulitr­ice e tutti si sono dovuti alzare, seppur tra le proteste. «Nessun boicottagg­io — spiegano dal Comune — È uno degli interventi che facciamo fare ogni sera per evitare che la gente si sieda sui monumenti». Lunedì Danti vedrà Conti e gli chiederà di ritirare l’ordinanza.«E il sindaco gli dirà di no», fanno sapere da Palazzo Gambacorti.

Il fascicolo L’ipotesi di reato è procurato aborto colposo, ma per ora non ci sono indagati

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Sopra, il sit-in organizzat­o dall’ex assessore Dario Danti davanti al Comune. Accanto, l’addetto del Comune con l’idropulitr­ice che ha bagnato il selciato facendo alzare tutti
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