La scommessa di Fendi, dal 2020 nell’ex fornace
La fotografia del presente, scattata dall’alto della collina che sovrasta Capannuccia, frazione di Bagno a Ripoli, è la desolazione in forma di capannone: un’area di quasi 80 mila metri quadrati che farebbe gola al regista di un film post apocalittico degli anni Settanta. La fotografia del futuro è un rendering fantascientifico e super tecnologico di verde e luci scintillanti da ogni centimetro quadrato. Tre patii, sei corti che «rievocano porzioni di paesaggio selvatico», un open space ricco di «piante aromatiche tipiche della macchia mediterranea come rosmarini, cisti, lavande, salvie, corbezzoli» sul tetto. Con in bella vista il marchio Fendi, oggi nella galassia del colosso francese della moda Lvmh. Tra presente e futuro lo scarto sembra minimo: il nuovo stabilimento del lusso dovrebbe sorgere — burocrazia e lavori permettendo — già nel 2020.
Come definire la trasformazione di «un’area malridotta e abbandonata» preda di «trent’anni di intrusioni abusive, pericolo per l’amianto, rave party di giorni e giorni, furti di ferro che hanno provocato crolli del tetto» in quella che orgogliosamente «chiamerei la fashion valley fiorentina, con oltre duemila occupati nel settore»? Il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini non ha dubbi: la definisce una maratona «faticosa, sudata», un’operazione «che ho fortemente voluto per riuscire a tenere Fendi sul territorio». E trasformare «un problema in opportunità». Dove mezzo secolo fa si facevano mattonelle, ora si disegnerà alta moda.
Ci siamo: alle 18.30 di oggi nel ristorante «La Tommasina» in via di Tizzano 193, lo stesso Casini, l’assessore all’urbanistica Paolo Frezzi e i rappresentanti della maison del lusso presentano alla cittadinanza in assemblea pubblica il progetto del nuovo stabilimento della maison Fendi all’interno della ex Fornace Brunelleschi a Capannuccia. Appena in tempo, perché il colosso della moda stava quasi per togliere le tende e trasferirsi più all’interno del Chianti. «Ora contano oltre 200 dipendenti nel nostro territorio ma avevano bisogno di allargarsi, solo che sul terreno dell’attuale stabilimento non
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Il sindaco Casini È stata una maratona: ho sudato per tenere la maison sul nostro territorio, ora con Scervino e l’indotto è una vera Fashion Valley
era possibile per via dell’autostrada. Avevano già trovato un’area adatta in un altro comune nel Chianti, ma quando gli ho mostrato quel terreno — racconta il primo cittadino, rivendicando lo sforzo per non lasciar scappare una gallina dalle uova d’oro e indicando dall’alto l’ex fornace per la quale il Comune negli anni ha speso oltre 200 mila euro in bonifiche — ne sono rimasti conquistati: avevano bisogno di 20 mila metri quadri, ne hanno trovati anche di più. Così raddoppieranno i dipendenti fino a 500».
Non poteva permettersi di «perdere» un comparto così importante e lasciarlo a un comune vicino. «Quel terreno era valutato 12 milioni» e grazie alla loro forza contrattuale «sono riusciti ad acquisirlo per poco più di tre». Perché dopo che una serie di fallimenti, il cerino era rimasto alle banche. Il risultato è «un investimento di 40 milioni per un progetto ambizioso» che renderà Bagno a Ripoli «tra Scervino, Fendi e l’indotto — prosegue Casini — una vera fashion valley».
L’iter è deciso: oggi la presentazione, a dicembre l’adozione in Consiglio comunale, a marzo l’approvazione, i cantieri in estate e poi un anno di lavoro. «Così, speriamo, nel 2020 sarà pronto» si augura il sindaco. Oltre allo stabilimento arriveranno «un giardino pubblico, un nuovo parcheggio auto e un contributo per il potenziamento del trasporto pubblico locale». Tutto nello stesso pacchetto.