Ha vinto il sì al Comune Barberino Tavarnelle Bocciate le altre fusioni
Nei referendum i contrari prevalgono in 5 paesi su 10. Affluenza più bassa dove i sì sono maggioranza
Una sola fusione su cinque possibili. I referendum consultivi di domenica e ieri mattina hanno detto no all’unione tra Comuni nella maggioranza dei casi, anche se in maniera diversificata. Il sì vince solo a Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa, nell’area fiorentina, che quindi dal primo gennaio saranno un Comune unico (il sì del Consiglio regionale adesso è scontato) «sanando» dopo 125 anni la scissione di Tavarnelle da Barberino.
Il sì all’unione ha vinto in cinque Comuni su dieci, ma 4 fusioni sono saltate per la vittoria dei no in almeno uno dei due Comuni coinvolti. Il sì ha prevalso sia a Tavarnelle Val di Pesa che a Barberino Val d’Elsa con rispettivamente l’82% e il 67,74% . A Montepulciano il no ha vinto, come anche a Torrita di Siena dove ha prevalso con il 76,7%. Bibbiena ha detto sì, ma a Ortignano Raggiolo no; a Dicomano a prevalere è stato il sì, con il 66, a San Godenzo ha prevalso il no con la stessa quota, 66%. Ad Asciano vittoria del sì, ma a Rapolano Terme ha vinto il no con il 70%. La maggiore affluenza si è registrata a San Godenzo (72%) e la partecipazione minore si è registrata a Montepulciano con il 33%.
Barberino e Tavarnelle
«È un risultato straordinario, superiore alle nostre aspettative. La sfida era molto complessa, non era facile dopo secoli di storia modificare l’assetto istituzionale dei Comuni ma la nostra è una comunità che da anni pensa in modo unitario». Così i sindaci Giacomo Trentanovi (Barberino) e David Baroncelli (Tavarnelle) hanno salutato il doppio sì alla fusione. «Terminati i festeggiamenti — aggiungono — che stiamo condividendo con tutta la nostra comunità, inizieremo a lavorare sugli adempimenti: lo statuto è già stato delineato e procederemo con la riorganizzazione e la predisposizione del nuovo Comune».
Dicomano e San Godenzo
Niente matrimonio anche tra San Godenzo e Dicomano. A condannare la fusione è il no dei sangodenzini e l’astensione dei dicomanesi. «La fusione, dunque, non si farà — commenta il sindaco di Dicomano, Stefano Passiatore — Ma come amministratori avetimi vamo il dovere e la responsabilità di proporre ai cittadini questa occasione». Il più deluso è il suo collega di San Godenzo Alessandro Manni, che sperava di convincere la popolazione con un piano di investimenti da 13 milioni, a fronte degli appena 48 mila degli ul- cinque anni di bilanci: «Un risultato lampante — dice — non si può che accettarlo».
Montepulciano e Torrita di Siena
Il matrimonio tra Torrita di Siena e Montepulciano non si farà. Erano stati i due consigli comunali ad avviare l’iter, ma le urne hanno reso vani questi tentavi, perché i pareri negativi hanno prevalso. A Torrita l’affluenza è stata quasi del 65%, come si erano auspicati i promotori dei comitato per il no. Quasi inaspettato invece il risultato di Montepulciano, dove la propaganda di chi non era d’accordo era passata sotto traccia. I contrari hanno avuto la meglio di misura: 53,6% contro 46,4%.
Rapolano Terme e Asciano
«Una grande vittoria». Dopo mesi di tensione, Emiliano Spanu può esultare. Rapolano Terme ha appena respinto l’ipotesi di fusione con Asciano, che avrebbe generato il Comune delle Crete senesi. Proprio attorno a questo nome i comitati per il no hanno giocato. Con il sindaco in testa, che per ragioni economiche-turistiche ha sostenuto l’importanza di conservare la tradizionale dicitura. E il paese gli è andato dietro. Eppure, dei centri toscani al voto, questo era l’unico caso di referendum partito dal basso, con una raccolta firme che aveva coinvolto circa 2.700 persone.
Bibbiena e Ortignano Raggiolo
In Casentino la spallata alla fusione, seconda consecutiva nel giro di 12 mesi, è arrivata dai cittadini di Ortignano. A Bibbiena, di fatto, ha vinto l’astensione ed ha votato solo il 35,5% degli aventi diritto con il Sì al 56%. Su Facebook esulta Giampaolo Tellini, sindaco di Chiusi della Verna: «Oggi è stata la giornata dell’asfaltatura delle fusioni. Incredibile vittoria». Si è dimesso invece Fiorenzo Pistolesi, sindaco di Ortignano Raggiolo: «Non credevo che il territorio fosse così contrario». Così in primavera si voterà sia a Bibbiena (scadenza naturale) che a Ortignano Raggiolo.
Primi effetti Si dimette il sindaco di Ortignano Raggiolo: «Non pensavo ci sarebbero stati tanti no»