L’Acqua Panna vuole diventare la regina Usa
In 3 anni il restyling della fabbrica sulla Futa
In un buon ristorante di New York, chi è astemio e vuole bere soltanto dell’acqua, per non fare brutta figura ha un modo molto semplice per uscire dall’imbarazzo: basta chiedere la frizzantissima «Sanpellegrino», che nella Grande Mela è ormai di moda quanto un’etichetta di Chianti o di Bordeaux.
Ora la nota azienda dell’acqua, di proprietà della Nestlè, ha intenzione di fare la stessa operazione di marketing anche per la sua più importante acqua naturale. E vuole imporre sul mercato statunitense l’Acqua Panna come brand di riferimento. Così, ieri, nello stabilimento sul passo della Futa, nel Comune di Scarperia e San Piero, è stato annunciato un masterplan con un investimento da 70 milioni di euro. Nei prossimi tre anni, la fabbrica subirà un rifacimento architettonico e strutturale per dare spazio a nuove catene di produzione e a un più grande e funzionale magazzino per la logistica e lo stoccaggio dei prodotti; e partirà una campagna di comunicazione, inizialmente mirata sugli Stati Uniti, per provare ad imporre l’Acqua Panna come acqua naturale di riferimento del Gruppo Nestlè, prima Oltreoceano, col 2019, poi nei due anni successivi anche nel resto del mondo. Primo obiettivo, quintuplicare le vendite nel mercato Usa.
«Un investimento straordinario che segna un cambio di passo nella strategia di Acqua Panna, che diventerà il nostro “premium brand” per l’acqua piatta nel mondo — spiega il presidente e amministratore delegato del gruppo Sanpellegrino, Federico Sarzi Braga — Nel 2017 abbiamo celebrato più di 300 milioni di bottiglie prodotte nello stabilimento, il piano è di quintuplicare i volumi del mercato americano. L’ambizione di lungo periodo è che negli Stati Uniti il “viaggio” di Acqua Panna si unisca a quello di Sanpellegrino, che vadano di pari passo».
Lo stabilimento di Scarperia, che ha già segnato un più 25 per cento negli ultimi cinque anni e un più 13 per cento solo nel 2017, punterà poi ad aumentare la distribuzione negli Emirati Arabi, in Russia e negli altri 120 Paesi in cui commercializza.
A fare da contraltare a questa internazionalizzazione, la nuova bottiglia (presentata ieri alla presenza del direttore dello stabilimento, Donatella Cursi, e dei sindaci di Scarperia e San Piero, Federico Ignesti, di Barberino di Mugello, Giampiero Mongatti, e di Firenzuola, Claudio Scarpelli) punta invece a sottolineare l’appartenenza e la tradizione, con un’etichetta che sottolinea meglio il logo del giglio, la data d’origine «1564» e la scritta «Toscana». «Gusto, qualità e stile» sono le parole d’ordine del gruppo, con Stefano Marini, direttore della business unit internazionale di Sanpellegrino, che spiega che il punto di forza è rappresentato proprio dal «made in Tuscany».
«Desidero esprimere al Gruppo Sanpellegrino la soddisfazione della Regione Toscana per l’importante investimento annunciato — commenta il governatore Enrico Rossi — che contribuirà a sostenere lo sviluppo del nostro territorio e a valorizzare ancora di più il made in Tuscany a livello internazionale, attraverso una risorsa che sgorga e viene imbottigliata nella nostra regione. È un’iniziativa davvero importante».
❞
Il presidente Investimento che segna il cambio di passo nelle nostre strategie sui mercati esteri