Corriere Fiorentino

Pitti si è comprata la Leopolda, quasi 8 milioni per l’ex stazione

- dal nostro inviato Chiara Dino chiara.dino@rcs.it

Il quartier generale della Firenze renziana, quella Leopolda dei 100 punti, entro la fine di quest’anno passerà di mano. Il bando di vendita pubblicato a giugno scorso dalle Ferrovie che ne sono ancora proprietar­ie (la base d’asta era di sette milioni e duecento mila euro) è quasi ormai certo che se lo aggiudiche­rà Pitti Immagine pronta a ufficiliaz­zare l’acquisto entro dicembre prossimo — e comunque prima che prenda il via la prossima edizione di Pitti Uomo in calendario dall’8 all’11 gennaio. Pitti Immagine ha portato a «casa l’affare» con un rialzo che pare non sia troppo oneroso «sotto gli 8 milioni» si vocifera, «tra i 7,5 e i 7,6» per essere più precisi.

L’operazione, per la quale Pitti Immagine ha acceso un mutuo, aveva avuto il nulla osta da parte del Centro di Firenze per la Moda italiana, il 21 giugno scorso quando si riunì, in zona Cesarini, l’ultimo consiglio di amministra­zione presieduto da Andrea Cavicchi (ora è presidente Antonella Mansi) e non muterà l’assetto gestionale dell’ex stazione: toccherà a Staposti zione Leopolda Srl la gestione della struttura che pagherà un affitto a Pitti Immagine.

Si tratta di un’operazione di ri-patrimonia­lizzazione per Pitti che arriva dopo anni di tira e molla e di accordi pro- e poi non andati in porto anche con il Comune di Firenze che aveva pensato a una soluzione diversa. Palazzo Vecchio, infatti, avrebbe voluto acquisire la struttura ma solo dopo aver trovato un concession­ario — che avrebbe potuto essere la stessa Pitti Immagine. L’accordo caldeggiat­o dal Comune era più o meno il seguente: Pitti avrebbe potuto prendere la Leopolda in concession­e per almeno 25 anni, pagandone il prezzo richiesto da Ferrovie e curandone la manutenzio­ne ordinaria e straordina­ria e avrebbe concesso a Palazzo Vecchio un utilizzo della struttura per 36 giorni l’anno. Alla fine dei 25 anni il Comune sarebbe diventato proprietar­io dell’ex stazione. Ed era un’ipotesi di accordo, questa del Comune che era stata lanciata già nel 2016, quando, sapendo che Ferrovie voleva alienare l’ex stazione ( la prima in città costruita per volere del granduca Leopoldo II di Lorena tra il 1841 e il 1848 e oggi adibita a contenere eventi, fiere, meeting, mostre, eventi e sfilate) Palazzo Vecchio non aveva però in bilancio una cifra corrispond­ente alla base d’asta.

Le cose — seppur lentamente e al secondo bando emesso da Ferrovie — sono andate diversamen­te per una serie di ragioni: intanto perché Pitti ha pensato fosse più vantaggios­o assicurars­i la proprietà senza vincoli temporali e poi perché, particolar­e di non poco conto quest’ultimo, il costo di quell’accordo proposto dal Comune sarebbe stato più alto del mero prezzo d’acquisto: l’uso in concession­e prevede infatti che il concession­ario versi alla proprietà anche l’Iva. Un dettaglio? Pare di no: se il piano del Comune fosse andato in porto e fosse stato sottoscrit­to l’accordo con Palazzo Vecchio, Pitti Immagine avrebbe dovuto investire circa 8 milioni e mezzo di euro. Un milione in più rispetto a quanto ha tirato fuori acquistand­o la Leopolda.

Ovvio che dagli uffici di via Faenza trapeli una certa soddisfazi­one, non solo perché per la Leopolda si pensa già a una organizzaz­ione di nuovi piani di utilizzazi­one mirati che andranno a implementa­re quanto si fa già in città, ma anche perché, in vista dei lavori di ammodernam­ento della Fortezza da Basso, gli oltre 5 mila metri quadri dell’ex stazione potranno rappresent­are una valvola di sfogo non indifferen­te per la società che organizza già a Firenze Pitti Uomo, Pitti, Filati, Pitti Bimbo, Taste e Pitti Fragranze.

I dettagli La base d’asta era di 7,2 milioni Anche il Comune aveva pensato all’acquisto

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Un momento di una sfilata di «Undercover + The Soloist» lo scorso gennaio alla Leopolda

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