Uffizi, 70 euro di extra per le comitive oltre i 15 visitatori Il direttore: sono loro a ingolfare gli accessi in Galleria
I gruppi rallentano il passo. «Disturbano» gli altri visitatori degli Uffizi perché intasano, ingolfano le sale e diminuiscono la godibilità dei capolavori appesi sulle pareti. Al direttore Eike Schmidt non piacciono e non è un mistero. Tanto che la prima promessa, appena insediato, nel 2015, fu: «Taglierò le code». E ora, che da quattro anni è a capo di uno dei più importanti musei italiani, ha deciso, dopo aver usato metodi di snellimento nelle procedure di accesso, di passare al contrattacco. Come? Aumentando il prezzo d’ingresso.
L’idea si è concretizzata in una nuova disposizione contenuta in un decreto del museo firmato lo scorso 9 novembre: dal primo marzo 2019 — si legge — tutti i gruppi composti da almeno 15 persone per visitare la Galleria dovranno sborsare un surplus di 70 euro, una sovrattassa da aggiungere al prezzo totale dei singoli biglietti e dell’eventuale prenotazione. «Ci siamo accorti — spiega Schmidt alla Agenzia Dire — che i grandi gruppi sono quelli che rallentano di più le visite delle altre persone, le bloccano». Un dato che si ripercuote anche sugli incassi: «Nelle giornate caratterizzate da molti grandi gruppi, abbiamo addirittura il 33% di visitatori in meno». Il punto, tuttavia, «è incentivare le visite più virtuose, ovvero di quelle persone che decidono di vedere e godersi il museo molto di più». Nella sostanza, e viste le fattezze architettoniche di un museo fatto di tante piccole sale, «i gruppi creano un problema». Tanto che, rivela il direttore, «abbiamo addirittura pensato, e l’idea non è completamente accantonata, di vietare l’ingresso a gruppi oltre le 15 persone», visto che gli Uffizi attualmente consentono l’accesso a gruppi non oltre i 25 visitatori.
Prima di mettere in campo le maniere forti, però, Schmidt ha optato «per il sovraprezzo, così come stanno già facendo altri musei internazionali. Penso agli stessi 70 euro chiesti dal Louvre ai gruppi. Speriamo quindi che la misura funzioni, altrimenti dovremmo seriamente considerare di limitare il numero totale dei partecipanti ai gruppi».
Per Schmidt, inoltre, i 70 euro di sovraprezzo a gruppo possono rivelarsi una spinta per l’occupazione della guide turistiche. «Quando lo scorso anno abbiamo introdotto l’obbligo delle cuffie per i gruppi sopra le 7 persone, effettivamente abbiamo visto crescere i piccoli gruppi». I tour operator, cioè, «hanno diviso il gruppo in due, ingaggiando due guide». Così «per evitare che scattino questi 70 euro, anche in questi casi molte agenzie arruoleranno più guide turistiche. Su questo ci contiamo». La misura, quindi, «crea lavoro e aumenta la qualità della visita».
Dai 70 euro, infine, sono esclusi i gruppi che prenotano entro il contingente riservato alle scuole pubbliche e paritarie dell’Unione Europea. Schmidt, però, non è nuovo a iniziative non consuete nel panorama museale italiano, basti citare l’algoritmo salta code realizzato in due anni di lavoro dall’Università dell’Aquila e ancora in rodaggio. In pratica si tratta di un sistema per la gestione degli ingressi che consente di azzerare le file, storico e cronico problema degli Uffizi: il sistema è basato su un tagliando, emesso da chioschi interattivi posizionati sotto il loggiato, che, al momento dell’arrivo del visitatore, gli assegna un preciso orario di ingresso durante la giornata, un orario in cui non dovrà aspettare nemmeno un minuto per riuscire ad entrare. Senza dimenticare, poi, la guerra a tutto campo ai bagarini — che approfittano del caos che creano le code — e infine l’aumento dei biglietti con la diversificazione tra alta e bassa stagione con incentivi e tariffe agevolate (strategia che sarà usata anche per il Corridoio Vasariano che riaprirà nel 2020).
L’estremo tentativo Mi sono ispirato a quello che già fanno al Louvre
Ma se non funzionerà imporrò lo stop oltre un certo numero