Rossini, omaggio in Santa Croce 150 anni dopo
La musica del Maggio davanti alla tomba. Boom di adesioni per le iniziative a teatro
Il 13 novembre del 1868, 150 anni fa, moriva Gioachino Rossini. Le celebrazioni per l’anniversario, hanno coinvolto ieri Pesaro, Parigi e Firenze dove il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ha portato la musica del maestro nella Basilica di Santa Croce. Una commemorazione speciale per ricordare una colonna portante della musica proprio nel luogo dove è sepolto. Ma il Maggio o continuerà a ricordarlo con oltre quaranta eventi in un programma che ha già visto trentamila adesioni da parte del pubblico di adulti e ragazzi. Il concerto di ieri, parte di un mese ricco di appuntamenti iniziati con La Cenerentola è stato introdotto da una cerimonia alla presenza di Cristina Giachi, vicesindaca di Firenze, Cristiano Chiarot, sovrintendente del Maggio e Giuseppe De Micheli, segretario generale dell’Opera di Santa Croce.
«Nell’anno in cui si celebrano i 150 anni della morte di Rossini il Maggio non poteva esimersi dal porgergli un omaggio nel luogo in cui riposa — ha detto il sovrintendente Chiarot — La Rossini Renaissance è partita da questa città e noi vogliamo ricordare un grande artista che ha portato l’opera italiana in tutta Europa e che è ancora uno dei compositori più eseguiti. Abbiamo scelto una selezione di brani poco noti, ma non per questo meno densi di suggestioni diretti da Lorenzo Fratini e accompagnati al pianoforte da Leonardo Andreotti». Il pubblico era numeroso e partecipe e ha potuto ascoltare il Coro di Ninfe per coro di voci bianche e pianoforte, La Fede per coro femminile e pianoforte, La Speranza per coro femminile e pianoforte e La Carità per soprano solo, coro femminile e pianoforte, mentre in un cammeo eccezionale si è esibita Teresa Iervolino, tra le voci più acclamate e apprezzate del repertorio belcantistico italiano, che ha da poco debuttato al Maggio Fiorentino ne La Cenerentola, eseguendo la Cantata a voce sola per pianoforte Giovanna D’Arco. «La presenza di Teresa Iervolino è stata una bellissima sorpresa, qui ha voluto rendere omaggio a Rossini che a Firenze ha trascorso anni sereni dopo un periodo molto difficile — ha spiegato Giachi — Fu un uomo di grande vitalità, un artista precocissimo e cosmopolita. È un esempio di amore per la vita e in questo luogo sacro c’è la presenza di un grandissimo musicista che ci permette di celebrare anche la leggerezza, un tratto imprescindibile della nostra esistenza».