Corriere Fiorentino

GLI ULTIMI EREDI DEL CENTRALISM­O

- Di Franco Camarlingh­i

Ibanchetti della Lega, messi su a Firenze nello scorso fine settimana, per distribuir­e alle donne lo spray al peperoncin­o, insieme alla tessera del partito, godevano della presenza di numerosi ex-militanti del fu Pci. Sorprenden­te? Mica tanto a pensarci bene: a ben vedere il partito di Salvini e dei suoi epigoni locali assomiglia parecchio, nelle sue logiche organizzat­ive e negli schemi di comando, a quello delle Botteghe Oscure. La cifra fondamenta­le del Pci rimase fino alla fine quella del centralism­o democratic­o, cioè a dire (per i militanti di quei tempi ormai lontani): pensate come vi pare, ma la mattina leggete l’Unità e quello che c’è scritto sarà ciò che pensate veramente. Quando si sente che l’assemblea fiorentina dei seguaci di Salvini decreta che prima vengono i programmi, poi le alleanze, poi i candidati, viene in mente che lo stesso schema appartenev­a, a parole, anche al Pci. Tutto bene fin qui, poi appare un’altra somiglianz­a di tutto rilievo: fatta la discussion­e (quella seria rigorosame­nte al riparo da sguardi indiscreti) il leader dice e tutti fanno quello che il leader ha detto; anzi fanno e chiuso, di proprio non dicono più niente. Basta osservare quello che succede sulla questione dell’aeroporto di Firenze. Un tempo la Lega era favorevole al progetto di sviluppo dello scalo fiorentino, ma con l’avvento di Susanna Ceccardi, sindaco di Cascina (Pisa), la posizione è cambiata nel senso contrario. Forse ci sono opinioni differenti, ma guai a domandare ai diversi esponenti che cosa ne pensino. Uno si avvale della facoltà di non rispondere; un altro la sua l’ha detta, ma non la dice, perché la linea la dettano Salvini e la Ceccardi; un altro sembra un lettore del Tractatus di Wittgestei­n, avendone appreso l’insegnamen­to fondamenta­le: ciò che non si sa è meglio tacerlo. Altro che centralism­o democratic­o, non c’è bisogno nemmeno dell’aggettivo: e pensare che quasi tutti avevano dato per morto il leninismo! Torna alla mente il contrordin­e compagni di Guareschi. Contrordin­e, compagni della Lega: quello che avete sostenuto ieri non vale più niente, anzi non l’avete mai sostenuto, lo ha deciso la direzione, anzi la segreteria, anzi Palmiro Togliatti (pardon Matteo Salvini o Susanna Ceccardi, si parva licet componere magnis). Come faranno i leghisti a presentars­i alla guida del centrodest­ra nelle amministra­tive, con Forza Italia che ribadisce il sostegno al progetto di Peretola? Misteri di una destra che sembra aver adottato il Che fare? di Lenin, ovviamente senza possederne nemmeno una copia.

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