Corriere Fiorentino

Fallani ai colleghi della Piana: «Il no un danno ai lavoratori»

- Di Paolo Ceccarelli

«Posso capire i timori dei sindaci. Ma a loro chiedo di non tirarsi fuori dalla scelta su Peretola: guidiamo insieme il processo. Guardate che in Italia sta nascendo una cultura nuova». Parola di Sandro Fallani, sindaco di Scandicci, unico primo cittadino della Piana fiorentina, con Dario Nardella, schierato per lo sviluppo dell’aeroporto.

Il sindaco di Scandicci Sandro Fallani si sente un po’ solo. Nella Piana è l’unico primo cittadino oltre a Dario Nardella ad essere favorevole alla nuova pista di Peretola. Tutti gli altri sono contrari o esprimono forti perplessit­à. Ed è proprio a loro che si rivolge Fallani: «Posso capire i timori dei sindaci. Ma a loro chiedo di non tirarsi fuori dalla scelta su Peretola: guidiamo insieme il processo. Guardate che in Italia sta nascendo una cultura nuova — dice Fallani — Io non so se la piazza Sì Tav di Torino esprima il sentimento di una stagione nuova o sia solo un fuoco locale, ma di sicuro è una spinta ad andare avanti, a fare e non solo a protestare».

Sindaco, il problema è che i suoi colleghi della Piana — dal renziano Matteo Biffoni a Lorenzo Falchi che fa parte di Sinistra Italiana — non vogliono la nuova pista. Come pensa di convincerl­i a riaprire la discussion­e?

«Io sono assolutame­nte convinto che il Vespucci debba essere potenziato, ma penso che prima di aprire i cantieri vadano realizzati tutti gli interventi ambientali».

Ma i tempi di una mediazione sembrano ampiamente scaduti, sia dal punto di vista tecnico che da quello politico.

«Io so solo che stare fermi, rinchiuder­si nelle nostre certezze, significa condannars­i alla subalterni­tà. Il mondo non aspetterà noi e le nostre indecision­i: andrà avanti senza l’area fiorentina e a rimetterci saranno prima di tutto i lavoratori».

Per ora però a favore della nuova pista sono scesi in piazza gli imprendito­ri, non i lavoratori. Anzi la posizione ufficiale del sindacato più grande della Toscana, la Cgil, è no al potenziame­nto.

«La dico in modo un po’ brutale: le imprese si possono delocalizz­are in qualsiasi momento, mentre le persone che hanno bisogno di lavorare no. E non penso solo ai dipendenti delle aziende che potrebbero lasciare questo territorio se non creiamo le condizioni per lo sviluppo, ma anche al fioraio, al panettiere, all’edicolante. Se l’area fiorentina si impoverirà, queste persone resteranno senza lavoro».

E senza la nuova pista dell’aeroporto, l’area metropolit­ana è destinata a impoverirs­i, secondo lei?

«Peretola è oggi sotto il livello minimo di funzionali­tà e di decenza. Anche per questo la contrappos­izione con Pisa è una stupidaggi­ne».

Resta il punto politico: lei e Nardella, nella Piana tra Firenze e Prato, siete i soli sindaci a dire sì alla nuova pista.

«Beh, poteva andarci anche peggio. Il mio amico ed ex assessore Giuseppe Matulli affrontò da solo la battaglia per la linea 1 della tramvia: alle assemblee gliene dicevano di cotte e di crude, qualcuno lo paragonò addirittur­a a Kappler… Ma l’esperienza di Beppe dimostra che se sei convinto della battaglia, alla fine la vinci».

Parliamo di tramvia. La linea 1 ha incrementa­to ancora il numero di passeggeri dopo il prolungame­nto fino a Careggi. Il problema è che il tram arriva all’Isolotto già strapieno.

«La tramvia è una rivoluzion­e compiuta: Scandicci ci ha guadagnato tantissimo in qualità della vita, qualità urbana e persino in percezione culturale: vivere qui è diventata un’idea di modernità, c’è una vivacità che altrove non si respira. Ora dobbiamo affrontare il tema del sovraffoll­amento. Io ho proposto a Gest, Tram spa e Comune di Firenze di allungare ogni banchina di sei metri. Il mio vicesindac­o, scherzando, dice che le banchine andrebbero soppalcate. Ma, al di là delle battute, c’è davvero la necessità di affrontare il problema e allungare le banchine consentire­bbe di aggiungere vagoni al tram».

Il patron della Savino Del Bene, Paolo Nocentini, è intenziona­to a comprare la parte privata della Badia di Settimo. Cosa diventerà?

«Siamo felicissim­i del fatto che ci sia questa ipotesi di acquisto. Se la strada è come penso quella della tutela e della valorizzaz­ione, come Comune agevolerem­o al massimo tutte le pratiche di recupero edilizio».

In primavera Scandicci torna alle urne. Le fa paura l’onda gialloverd­e?

«No. Però è il momento di riunire tutte le forze che vogliono costruire e non distrugger­e. Io lavorerò in questo senso».

Poco prima ci sarà il congresso del Pd. Lei non ha firmato né per Minniti né per Zingaretti. Non vuole scontentar­e nessuno?

«Andrò a votare, ma non firmo per nessuno e ho rispetto di tutti. Vedo un profondo distacco tra la sofferenza della nostra gente, cioè dei ceti più deboli, e il centrosini­stra. È in questo spazio che si inseriscon­o Lega e Cinque Stelle. È questo spazio che va riempito: di presenza e di idee».

❞ Tramvia La linea 1 è una rivoluzion­e compiuta, ma è vero che ora c’è un problema di sovraffoll­amento: ho proposto di allungare le banchine di sei metri

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Sandro Fallani è sindaco di Scandicci dal 2014

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