Fallani ai colleghi della Piana: «Il no un danno ai lavoratori»
«Posso capire i timori dei sindaci. Ma a loro chiedo di non tirarsi fuori dalla scelta su Peretola: guidiamo insieme il processo. Guardate che in Italia sta nascendo una cultura nuova». Parola di Sandro Fallani, sindaco di Scandicci, unico primo cittadino della Piana fiorentina, con Dario Nardella, schierato per lo sviluppo dell’aeroporto.
Il sindaco di Scandicci Sandro Fallani si sente un po’ solo. Nella Piana è l’unico primo cittadino oltre a Dario Nardella ad essere favorevole alla nuova pista di Peretola. Tutti gli altri sono contrari o esprimono forti perplessità. Ed è proprio a loro che si rivolge Fallani: «Posso capire i timori dei sindaci. Ma a loro chiedo di non tirarsi fuori dalla scelta su Peretola: guidiamo insieme il processo. Guardate che in Italia sta nascendo una cultura nuova — dice Fallani — Io non so se la piazza Sì Tav di Torino esprima il sentimento di una stagione nuova o sia solo un fuoco locale, ma di sicuro è una spinta ad andare avanti, a fare e non solo a protestare».
Sindaco, il problema è che i suoi colleghi della Piana — dal renziano Matteo Biffoni a Lorenzo Falchi che fa parte di Sinistra Italiana — non vogliono la nuova pista. Come pensa di convincerli a riaprire la discussione?
«Io sono assolutamente convinto che il Vespucci debba essere potenziato, ma penso che prima di aprire i cantieri vadano realizzati tutti gli interventi ambientali».
Ma i tempi di una mediazione sembrano ampiamente scaduti, sia dal punto di vista tecnico che da quello politico.
«Io so solo che stare fermi, rinchiudersi nelle nostre certezze, significa condannarsi alla subalternità. Il mondo non aspetterà noi e le nostre indecisioni: andrà avanti senza l’area fiorentina e a rimetterci saranno prima di tutto i lavoratori».
Per ora però a favore della nuova pista sono scesi in piazza gli imprenditori, non i lavoratori. Anzi la posizione ufficiale del sindacato più grande della Toscana, la Cgil, è no al potenziamento.
«La dico in modo un po’ brutale: le imprese si possono delocalizzare in qualsiasi momento, mentre le persone che hanno bisogno di lavorare no. E non penso solo ai dipendenti delle aziende che potrebbero lasciare questo territorio se non creiamo le condizioni per lo sviluppo, ma anche al fioraio, al panettiere, all’edicolante. Se l’area fiorentina si impoverirà, queste persone resteranno senza lavoro».
E senza la nuova pista dell’aeroporto, l’area metropolitana è destinata a impoverirsi, secondo lei?
«Peretola è oggi sotto il livello minimo di funzionalità e di decenza. Anche per questo la contrapposizione con Pisa è una stupidaggine».
Resta il punto politico: lei e Nardella, nella Piana tra Firenze e Prato, siete i soli sindaci a dire sì alla nuova pista.
«Beh, poteva andarci anche peggio. Il mio amico ed ex assessore Giuseppe Matulli affrontò da solo la battaglia per la linea 1 della tramvia: alle assemblee gliene dicevano di cotte e di crude, qualcuno lo paragonò addirittura a Kappler… Ma l’esperienza di Beppe dimostra che se sei convinto della battaglia, alla fine la vinci».
Parliamo di tramvia. La linea 1 ha incrementato ancora il numero di passeggeri dopo il prolungamento fino a Careggi. Il problema è che il tram arriva all’Isolotto già strapieno.
«La tramvia è una rivoluzione compiuta: Scandicci ci ha guadagnato tantissimo in qualità della vita, qualità urbana e persino in percezione culturale: vivere qui è diventata un’idea di modernità, c’è una vivacità che altrove non si respira. Ora dobbiamo affrontare il tema del sovraffollamento. Io ho proposto a Gest, Tram spa e Comune di Firenze di allungare ogni banchina di sei metri. Il mio vicesindaco, scherzando, dice che le banchine andrebbero soppalcate. Ma, al di là delle battute, c’è davvero la necessità di affrontare il problema e allungare le banchine consentirebbe di aggiungere vagoni al tram».
Il patron della Savino Del Bene, Paolo Nocentini, è intenzionato a comprare la parte privata della Badia di Settimo. Cosa diventerà?
«Siamo felicissimi del fatto che ci sia questa ipotesi di acquisto. Se la strada è come penso quella della tutela e della valorizzazione, come Comune agevoleremo al massimo tutte le pratiche di recupero edilizio».
In primavera Scandicci torna alle urne. Le fa paura l’onda gialloverde?
«No. Però è il momento di riunire tutte le forze che vogliono costruire e non distruggere. Io lavorerò in questo senso».
Poco prima ci sarà il congresso del Pd. Lei non ha firmato né per Minniti né per Zingaretti. Non vuole scontentare nessuno?
«Andrò a votare, ma non firmo per nessuno e ho rispetto di tutti. Vedo un profondo distacco tra la sofferenza della nostra gente, cioè dei ceti più deboli, e il centrosinistra. È in questo spazio che si inseriscono Lega e Cinque Stelle. È questo spazio che va riempito: di presenza e di idee».
❞ Tramvia La linea 1 è una rivoluzione compiuta, ma è vero che ora c’è un problema di sovraffollamento: ho proposto di allungare le banchine di sei metri