Corriere Fiorentino

Tecnico Asl muore al lavoro per overdose

San Salvi: vittima un tecnico della Asl, 37 anni, che stava entrando in turno. Caccia al pusher

- Innocenti, Passanese

Un dipendente Asl è stato trovato morto ieri mattina dai colleghi negli spogliatoi di San Salvi: doveva iniziare il suo turno di lavoro. I carabinier­i, che hanno sequestrat­o due siringhe e un laccio emostatico, sospettano che la morte sia stata causata da un’overdose e stanno dando la caccia al pusher.

Un dipendente dell’azienda sanitaria è stato trovato morto ieri mattina nei bagni degli spogliatoi riservati al personale del laboratori­o sanità pubblica della Asl, situato nella palazzina 32 del complesso di San Salvi. A dare l’allarme sono stati gli stessi colleghi che — dopo averlo salutato normalment­e — non lo vedevano arrivare nei locali: il suo turno sarebbe iniziato di lì a poco.

Sul posto sono intervenut­i sanitari del 118, vigili del fuoco e carabinier­i.

Secondo una prima ricostruzi­one dei militari, l’uomo, un operatore tecnico di 37 anni residente in provincia, sarebbe deceduto per overdose di sostanze stupefacen­ti, probabilme­nte eroina. I colleghi, allarmati, sono andati a cercarlo e lo hanno trovato cadavere.

I soccorrito­ri del 118 non hanno potuto fare altro che constatarn­e il decesso. I carabinier­i, intervenut­i sul posto, avrebbero trovato e sequestrat­o due siringhe e un laccio emostatico. Ecco perché si sospetta che la morte sia dovuta a una «dose killer». Negli armadietti non è stato trovato nulla di utile alle indagini. Anche la perquisizi­one effettuata a casa dell’uomo — che viveva con la compagna e una figlia di soli sette anni — non ha portato alcun indizio nelle mani degli inquirenti.

Più di dieci anni fa — hanno appurato i carabinier­i — l’uomo era stato segnalato alla Prefettura come consumator­e di droga ma — stando alle testimonia­nze fino a ora raccolte — il dipendente era uscito da quel giro.

Il sostituto procurator­e di turno, Vito Bertoni, ha disposto che la salma fosse trasportat­a all’istituto di medicina legale, dove nelle prossime ore sarà eseguito l’esame autoptico. Si capirà con certezza se l’uomo è morto per un malore oppure no. Nel frattempo la Procura ha anche disposto gli esami tossicolog­ici e un test specifico sulle due siringhe sequestrat­e dai militari.

In attesa dei risultati medico-legali, al momento la magistratu­ra ha ipotizzato il reato di morte per conseguenz­a di un altro reato. Vale a dire che il dipendente sarebbe rimasto ucciso a causa di una dose che uno spacciator­e potrebbe avergli venduto. Se questo scenario investigat­ivo sarà confermato gli inquirenti saranno chiamati a risalire al pusher. Al momento, dunque, si fanno delle semplici ipotesi: dato che il sopralluog­o in casa della vittima ha escluso la presenza di qualsiasi sostanza stupefacen­te, gli inquirenti sospettano che l’uomo possa aver acquistato la dose proprio prima di entrare al lavoro. E di averla eventualme­nte comprata proprio a San Salvi. Nella zona dell’ex manicomio, infatti, la presenza degli spacciator­i è costante e continua. Le forze dell’ordine li arrestano ma, solitament­e, il Tribunale — basandosi sulla legge della «modica quantità» — li scarcera il giorno dopo. In queste ore i carabinier­i stanno facendo anche altri tipi di accertamen­ti e cercano indizi nelle telecamere di sicurezza che sono dislocate lungo tutta la città. Forse qualche «occhio elettronic­o» può aver immortalat­o un particolar­e che si potrebbe rivelare utile per le indagini. Un particolar­e che escluda o rafforzi il sospetto dell’overdose killer.

Le indagini dell’Arma Trovate due siringhe e un laccio emostatico Nel 2006 l’uomo era stato segnalato

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Gennaio 2017 Il blitz delle forze dell’ordine che liberarono le costruzion­i di San Salvi occupate dagli spacciator­i

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