GEOTERMIA, RICCHEZZA DA NON BUTTARE
Caro direttore, la scelta del governo di cancellare gli incentivi alla produzione di energia elettrica da una risorsa rinnovabile quale la geotermia, attraverso il nuovo schema di decreto legislativo «Fer 1» predisposto dal ministero dello Sviluppo Economico, è priva di logica.
È priva di giustificazioni e rischia perfino di rivelarsi dannosa per il Paese e l’ambiente. L’Italia, e in particolare la Toscana, rappresenta un’eccellenza tecnologica ed industriale nel mondo, ed è considerata un modello di riferimento relativamente alla geotermia, tenendo conto del fatto che già un secolo fa il nostro Paese insegnava alle altre nazioni come produrre elettricità coltivando il calore emanato dalla Terra. Togliere gli incentivi significa smantellare un comparto industriale fatto da grandi operatori ma anche da realtà locali, ed un importante indotto. La Toscana, come ha giustamente sottolineato la giunta regionale, deve far sentire la propria voce al governo e al Parlamento, perché il decreto «Fer 1» venga cambiato e si torni indietro su questa decisione impopolare per il settore.
La scelta fatta dal governo è infatti sbagliata anche per l’effetto sulle politiche ambientali, oggi che il mondo corre verso la fine della dipendenza energetica attraverso l’uso delle rinnovabili. La geotermia appartiene a pieno titolo al mondo delle fonti rinnovabili, ovvero quelle fonti energetiche che dovremmo incrementare ancora molto per raggiungere gli obiettivi prefissati su scala globale da tre anni ormai (Cop21, la Conferenza Internazionale sul clima che si tenne a Parigi a fine 2015) e della strategia di riduzione delle emissioni al 2030 approvata dall’Europa. Senza la geotermia l’Italia non potrà raggiungere questi obiettivi, e dovrà continuare ad usare carbone, petrolio e gas, contribuendo all’alterazione del clima. La geotermia non presenta alcuna controindicazione sanitaria ed ambientale, è una risorsa del territorio e può generare ricchezza. Per questo motivo va tutelata, e non messa da parte.