La Torre che pende, sempre meno
Lo studio: il simbolo di Pisa ha recuperato 4 centimetri in 20 anni L’esperto: «Tranquilli non la vedrete dritta, ci vorrebbero 40 secoli»
Sì, la torre di Pisa, lentamente, sta riducendo la sua pendenza. Ma no: non la vedremo mai completamente dritta, senza quella caratteristica che la rende unica al mondo. A rassicurare i pisani — e tutti gli affezionati alla torre pendente — sono le ultime valutazioni dei membri del Gruppo di Sorveglianza che vigila sullo stato di buona salute del campanile più famoso d’Italia. Le conclusioni, tratte dai professori del Gruppo — tra cui figurano Salvatore Settis, Carlo Viggiani e Donato Sabia — arrivano dopo oltre 17 anni di osservazioni sul monumento: la Torre di Pisa è stabile e molto lentamente sta riducendo la sua pendenza.
A spiegare al Corriere Fiorentino come si è prodotto questo curioso fenomeno è Nunziante Squeglia, professore di geotecnica presso la facoltà di ingegneria dell’Università di Pisa. Squeglia è un esperto della torre pisana e ha partecipato al Gruppo che l’ha sorvegliata in questi anni: «La torre fra il 1999 e il 2001 è stata sottoposta a un intervento di stabilizzazione. Questo intervento, che è consistito nella estrazione di terreno da sotto la fondazione della torre, ha consentito di raddrizzarla. Ovvero: di ridurre la pendenza di circa mezzo grado», spiega Squeglia. «Questa estrazione di terreno, però, ha degli effetti tutt’oggi», continua l’ingegnere. «Dal 2001, quando è stata riaperta la Torre al pubblico, il monumento ha continuato a raddrizzarsi. Prima più velocemente e poi, piano piano, rallentando. E ancora oggi continua a raddrizzarsi. Ma stiamo parlando di una variazione dell’ordine di un millimetro, massimo due millimetri l’anno. Riduzioni che noi possiamo cogliere grazie agli strumenti con cui monitoriamo la torre: analizziamo i movimenti verticali, le rotazioni e altri parametri che fanno parte di un complesso sistema di monitoraggio che ci consente di tenere sotto controllo la struttura architettonica e il terreno». Ma se questa riduzione potrà portare a un raddrizzamento completo della torre e impossibile da prevedere: «Una previsione precisa e puntuale di quelli che possono essere i movimenti futuri è difficile da fare. Quello che sappiamo è che ancora per qualche anno la torre continuerà a raddrizzarsi, dopodiché o si fermerà oppure riprenderà ad andare verso sud, come faceva. Potrebbe, cioè, tornare a pendere come in passato. In tal caso, però, la velocità con cui ricomincerebbe a pendere verso sud sarebbero molto inferiori a quando, negli anni ’90, sono sorte le preoccupazioni che hanno portato alla creazione del Gruppo di Sorveglianza. Preoccupazioni scoppiate con il caso drammatico della torre civica di Pavia, crollata nel 1989: «La caduta della torre di Pavia provocò quattro morti e da lì venne l’impulso per controllare anche la nostra torre», ricorda il professore. «Sulla scia di quel caso il ministero istituì una commissione che arrivò a far chiudere la torre perché esistevano concreti elementi di pericolo».
«I lavori di stabilizzazione che poi sono stati intrapresi hanno funzionato egregiamente», dice Squeglia. A distanza di quasi vent’anni, dunque, la torre è tornata in ottima salute: pende un po’ meno ma — finalmente — è stabile e sicura. E, millimetro più, millimetro meno, la vedremo sempre come siamo abituati: «La torre continua a raddrizzarsi, ma parlando di un millimetro all’anno, ci vorrebbero 4.000 anni perché la torre diventi dritta: uno scenario assolutamente fuori dalla nostra portata», conclude l’esperto.