Corriere Fiorentino

In cerca della dose: il via vai nel parco comincia la mattina

- Antonio Passanese

La procession­e dei tossicodip­endenti, nel parco di San Salvi, va in scena già dalla mattina. I primi ad arrivare sono gli studenti alla ricerca di hashish e marijuana, poi tocca agli eroinomani e ai cocainoman­i. Il contatto con i pusher avviene per strada, in via di San Salvi, in via Andrea del Sarto o in via del Mezzetta. Basta uno sguardo, una smorfia, «ti serve qualcosa?». La risposta arriva con un cenno, poi ci si sposta nell’area di villa Panico o nel vicino giardino comunale per lo scambio. Tutto avviene in pochi secondi, e il più delle volte sotto lo sguardo attonito di famiglie e residenti che già hanno segnalato questa situazione ai vigili di quartiere.

«Finché non verranno aumentate le telecamere di sicurezza qui non cambierà nulla – dice chi abita in via del

Dopo gli arresti A marzo 2017 la banda dei tunisini subì dure condanne, ma ora sono spuntati altri spacciator­i

Mezzetta – Nel frattempo molte mamme hanno deciso di non frequentar­e più il parco nelle ore in cui c’è più afflusso di tossici, ovvero a pranzo e nel primo pomeriggio».

Quelli che sono alla spasmodica ricerca di eroina li vedi ciondolare tra le palazzine, gli uffici e gli ambulatori di San Salvi in attesa che lo spacciator­i si palesi. Chi vuole cocaina, invece, arriva a bordo della propria auto e percorre il circuito di via Andrea del Sarto fino a quando non becca il suo pusher di fiducia. A quel punto si accosta, abbassa il finestrino, fa il suo acquisto e poi fugge via.

Scene queste che, nell’ex manicomio di Firenze, sono all’ordine del giorno e che oramai non impression­ano più nessuno. Il controllo delle forze dell’ordine (polizia e carabinier­i) è continuo, incessante, e le operazioni contro lo spaccio oramai non si contano più. Ma per uno spacciator­e che arresti ce ne sono altri due che prendono il suo posto: è il turn over della droga, mercato dove in tanti vogliono entrare perché il guadagno è veloce e i rischi quasi pari a zero, perché gli spacciator­i addosso non hanno mai nulla. Come accade in altre zone della città, nascondono le dosi sotto terra, nell’erba alta, tra i cespugli, sotto le foglie accanto agli alberi. Trenta euro per una «pallina» di eroina, quaranta per mezzo grammo di cocaina, mentre hashish e marijuana si trovano dai dieci euro in su.

Negli ultimi mesi sono spuntati nel parco anche nigeriani, ghanesi e ivoriani ma per anni il market della droga è stato in mano a tunisini e marocchini. Nel marzo 2017 per la banda che per anni ha tenuto in ostaggio San Salvi sono arrivate condanne pesanti dopo un’operazione condotta dal commissari­ato di San Giovanni e dalla squadra mobile che aveva finalmente liberato il parco.

In cinque, quattro tunisini e un marocchino, sono stati condannati a pene dai due ai sei anni. Il gip Mario Profeta ha poi disposto che i cinque, una volta espiate le pene, siano espulsi dall’Italia.

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