Corriere Fiorentino

Liliana Segre firma la proposta per l’educazione civica nelle scuole

La lezione della profuga-senatrice «Vi spiego com’è essere respinti»

- Edoardo Semmola

«Quando io e la mia famiglia cercammo rifugio in Svizzera, braccati dai fascisti, eravamo clandestin­i, richiedent­i asilo. Alla frontiera non volevano credere che in Italia gli ebrei venivano perseguita­ti, ci rimandaron­o indietro e le camicie nere ci catturaron­o. Ve lo sto raccontand­o perché io so cosa vuol dire essere un profugo e essere respinta». Ha voce calma, netta, fredda, e un tono tanto potente da far venire i brividi la senatrice a vita Liliana Segre, scampata ad Auschwitz, quando racconta questo episodio accaduto quando aveva 12 anni. Racconta il passato con gli occhi e le parole puntate sul presente politico. Ora ne ha 88 e da trenta gira le scuole per raccontare alle giovani generazion­i cosa sia il razzismo, cercando di far capire — anzi riuscendoc­i, perché il suo racconto è di un’efficacia fuori dal comune — cosa poteva voler dire vivere da ebrei sotto il fascismo. Ieri il Salone dei Cinquecent­o di Palazzo Vecchio era tutto per lei: pieno di volti giovani, occhi concentrat­i sul suo racconto. Che però non si è potuto concludere perché, arrivata al punto in cui vide nel cielo i primi aerei sovietici, una ragazza delle prime file è svenuta. Un calo di pressione forse unito al forte impatto emotivo della narrazione. Segre si ferma: «Non posso mica continuare…» ha sussurrato mentre veniva chiamata l’ambulanza. La senatrice era l’ospite speciale del convengo «1938-2018, ottant’anni dalle leggi razziali. La difesa della razza e la costruzion­e del nemico» e ha firmato la proposta di legge per introdurre l’educazione alla cittadinan­za come materia obbligator­ia nelle scuole. Con lei sono intervenut­i lo storico Simone Neri Serneri, il professore di genetica delle popolazion­i Guido Barbujani che ha illustrato una divertente ma preoccupan­te storia delle teorie della razza, e Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzio­nale che ha spiegato: «Ricordare questo anniversar­io serve per capire di più le radici di quelle leggi che nel giro di pochi mesi hanno stabilito cose assurde», partendo dall’idea «ridicola» che «esistesse una pura razza italiana da difendere». «L’indifferen­za è peggio della violenza — ha detto l’assessore Sara Funaro aprendo i lavori — Anche oggi ci sono tante situazioni da ricordare e sulle quali accendere i riflettori».

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Segre con il sindaco Nardella. Sopra, la firma sulla proposta di Legge con l’assessore Funaro

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