Io, dalla bottega all’Olimpo dei creativi
I successi e le sfide di Riccardo Cioni, premio alla carriera a Milano e ora ai mondiali di Lisbona
Nascere tra gli artigiani del centro storico fiorentino ma dedicarsi ai palcoscenici della musica underground e ai locali dance, e alla fine diventare «premio Oscar» del marketing. «In altre parole potremmo dire che ho preso qualcosa da tutti i mondi della creatività fiorentina». Ci scherza sopra il creativo Riccardo Cioni. Ma «non è un controsenso — premette — È la mentalità che l’artigianato ti fornisce, come ti forgia. L’energia della musica. Che poi spendi sul mercato della pubblicità». Un mese fa è stato insignito del premio alla carriera ai Bea di Milano — sigla che sta per «Best Event Award» — l’equivalente della Notte degli Oscar nel mondo del marketing italiano, a suggello di 35 anni di lavoro. «Sono nato in via della Vigna Nuova e sono andato a bottega da mio zio, che lavorava la paglia — racconta — Mio nonno aveva il forno di riferimento della strada e i miei genitori facevano le pellicce». Nella corsa a perdifiato tra i pubblicitari italiani ha appena tagliato il traguardo al primo posto. E stasera, quando a Lisbona si aprirà l’edizione mondiale dei premi Bea, sarà in corsa anche lì, con 4 nomination, a giocarsi la partita internazionale.
Trentacinque anni fa ha fondato la sua agenzia, La Buccia, a Rifredi, dove ora c’è al Casa della Cultura, proprio sul Ponte di Mezzo. L’ha chiamata così perché «confeziona» eventi spettacolari per promuovere prodotti e servizi: automobili, cioccolata, programmi televisivi. Della serie «voi datemi i contenuti, la polpa, che a metterci la buccia ci penso io». A metà degli anni Settanta, all’età di 22 anni, suonava rock psichedelico e dance elettronica con Sarah Jane Morris e la Bella Band, spesso allo Space Electronic di Firenze. Aprendo in diverse occasioni anche i concerti di Gianna Nannini. Renzo Arbore lo ha voluto anche inserire nel suo «Dizionario della musica italiana». È lui, con La Buccia, ad aver portato al successo il Karaoke di (al centro) Fiorello, facendolo diventare itinerante: «Ci venne in mente di coinvolgere la Citroen per sostenere di piazza in piazza, per 70 città in 4 anni, il format che Mediaset aveva scovato nella metropolitana di Amsterdam ma che all’inizio non decollava». Nella prima settimana non ci veniva nessuno a vedere Fiorello che faceva cantare le persone. Ma «alla fine ebbe talmente successo che Citroen si trovò a vendere così tante macchine grazie al Karaoke, da fermare i giorni di cassa integrazione».
Aver ideato la Notte dei Pubblivori, il Galà della Pubblicità di Canale 5 a cavallo degli anni Duemila, il cinquantesimo compleanno di Lucio Battisti in televisione con Jerry Lewis, e aver creato l’evento-festa per i 140 anni del cioccolato Venchi a Torino, il galà con mille ospiti per i 50 anni della Lamborghini e il lancio del modello Urus, lo hanno portato al traguardo di «miglior creativo italiano» e a confrontarsi con i maggiori concorrenti della scena mondiale. Riconoscimento dato per la «personalità che ha saputo interpretare un ruolo di primo piano e di stimolo alla crescita culturale ed economica del mondo degli eventi», come recita la motivazione. «Il nostro mestiere — spiega — è dare valore alla creatività che apre al dialogo e Firenze è una scenografia perfetta: basta camminare per farsi cogliere dal senso di stupore per le prospettive e l’universalità delle opere dell’uomo». Anche per questo ha voluto lasciare la sede principale de La Buccia qui, in via Duca d’Aosta, anche se ormai il cuore dell’attività è a Milano in partnership con Clonwerk che sviluppa la parte tecnologica, la stessa agenzia che ha ideato la grafica di X-Factor.
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Da giovane suonavo il rock e ho aperto i concerti della Giannini Con la mia agenzia La Buccia ho dato slancio al Karaoke di Fiorello
❞ Sono nato in via della Vigna Nuova, mio zio lavorava la paglia Firenze è una scenografia perfetta per il nostro mestiere