Corriere Fiorentino

E dalle carceri l’allarme: i pusher? Ingolfano le celle

- Di Antonella Mollica

«Lo spaccio e il consumo di droga riempiono le carceri». Franco Corleone, garante per i detenuti, non ha dubbi. Da anni combatte per la legalizzaz­ione delle droghe leggere e da anni ripete che su questo fronte la politica perde continuame­nte occasioni. La fotografia delle presenze dei detenuti nella nostra regione parla chiaro: quasi un terzo sono in cella per articolo 73 del testo unico sulla droga, la norma che punisce lo spaccio ma anche la detenzione di droga in misura superiore ai limiti.

Se i reclusi aumentano, in percentual­e crescono di più quelli per reati legati alla droga. «Il numero dei detenuti, in Toscana come nel resto d’Italia, ha ripreso a salire. E nel ritorno del sovraffoll­amento penitenzia­rio gioca un ruolo fondamenta­le la legislazio­ne proibizion­ista in materia di droghe — prosegue Corleone — il sistema per combattere il fenomeno cronico del sovraffoll­amento carcerario c’è ma nessuno sembra capirlo. In assenza di detenuti per articolo 73 o di quelli dichiarati tossicodip­endenti, il sovraffoll­amento sparirebbe». Tutto il resto del mondo sembra andare in quella direzione — spiega Corleone — qui da noi si pensa invece di aumentare sempre più le pene. Dopo la condanna inflitta all’Italia dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per trattament­i inumani e degradanti a causa del sovraffoll­amento delle strutture carcerarie sono stati messi in campo una serie di interventi per ridurre le presenze negli istituti penitenzia­ri. E anche la sentenza del 2014 con cui la Corte Costituzio­nale ha dichiarato l’illegittim­ità della legge Fini-Giovanardi, ripristina­ndo la distinzion­e tra droghe leggere e droghe pesanti, ha portato a una diminuzion­e delle presenze in carcere. Ma adesso il trend positivo sta rallentand­o. Così in Toscana, a fronte dei 4.242 detenuti presenti alla fine del 2011, siamo arrivati nel dicembre 2017 a 3.281 presenze, già salite a 3.311 nel marzo scorso. Gli stranieri sono 1.640, pari al 49,5 per cento dell’intera popolazion­e detenuta in regione. Dall’ultimo rapporto del Garante della Toscana emerge che nei 16 istituti penitenzia­ri al dicembre 2017, 988 reclusi sono tossicodip­endenti, pari al 30 per cento della popolazion­e detenuta complessiv­a. Di questi 951 sono uomini, 37 donne. E molto spesso chi entra in carcere per spaccio è anche tossicodip­endente, quindi le due figure tendono a sovrappors­i. A fine anno dovrebbe essere pubblicato l’esito di una ricerca della Fondazione Michelucci sul peso che hanno nelle carceri toscane i detenuti per reati collegati alla droga. E all’inizio dell’anno è stato firmato un protocollo per favorire l’accesso dei detenuti tossicodip­endenti alle misure alternativ­e visto che fino ad oggi sono pochi i tossicodip­endenti condannati a pena definitiva che non usufruisco­no della misura alternativ­a a scopo terapeutic­o nonostante siano in possesso dei requisiti richiesti.

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