E dalle carceri l’allarme: i pusher? Ingolfano le celle
«Lo spaccio e il consumo di droga riempiono le carceri». Franco Corleone, garante per i detenuti, non ha dubbi. Da anni combatte per la legalizzazione delle droghe leggere e da anni ripete che su questo fronte la politica perde continuamente occasioni. La fotografia delle presenze dei detenuti nella nostra regione parla chiaro: quasi un terzo sono in cella per articolo 73 del testo unico sulla droga, la norma che punisce lo spaccio ma anche la detenzione di droga in misura superiore ai limiti.
Se i reclusi aumentano, in percentuale crescono di più quelli per reati legati alla droga. «Il numero dei detenuti, in Toscana come nel resto d’Italia, ha ripreso a salire. E nel ritorno del sovraffollamento penitenziario gioca un ruolo fondamentale la legislazione proibizionista in materia di droghe — prosegue Corleone — il sistema per combattere il fenomeno cronico del sovraffollamento carcerario c’è ma nessuno sembra capirlo. In assenza di detenuti per articolo 73 o di quelli dichiarati tossicodipendenti, il sovraffollamento sparirebbe». Tutto il resto del mondo sembra andare in quella direzione — spiega Corleone — qui da noi si pensa invece di aumentare sempre più le pene. Dopo la condanna inflitta all’Italia dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per trattamenti inumani e degradanti a causa del sovraffollamento delle strutture carcerarie sono stati messi in campo una serie di interventi per ridurre le presenze negli istituti penitenziari. E anche la sentenza del 2014 con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della legge Fini-Giovanardi, ripristinando la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, ha portato a una diminuzione delle presenze in carcere. Ma adesso il trend positivo sta rallentando. Così in Toscana, a fronte dei 4.242 detenuti presenti alla fine del 2011, siamo arrivati nel dicembre 2017 a 3.281 presenze, già salite a 3.311 nel marzo scorso. Gli stranieri sono 1.640, pari al 49,5 per cento dell’intera popolazione detenuta in regione. Dall’ultimo rapporto del Garante della Toscana emerge che nei 16 istituti penitenziari al dicembre 2017, 988 reclusi sono tossicodipendenti, pari al 30 per cento della popolazione detenuta complessiva. Di questi 951 sono uomini, 37 donne. E molto spesso chi entra in carcere per spaccio è anche tossicodipendente, quindi le due figure tendono a sovrapporsi. A fine anno dovrebbe essere pubblicato l’esito di una ricerca della Fondazione Michelucci sul peso che hanno nelle carceri toscane i detenuti per reati collegati alla droga. E all’inizio dell’anno è stato firmato un protocollo per favorire l’accesso dei detenuti tossicodipendenti alle misure alternative visto che fino ad oggi sono pochi i tossicodipendenti condannati a pena definitiva che non usufruiscono della misura alternativa a scopo terapeutico nonostante siano in possesso dei requisiti richiesti.