Corriere Fiorentino

La festa dell’albero in Palazzo Vecchio: a ogni bambino una pianta da coltivare

Alunni delle elementari nel Salone dei Cinquecent­o. Mancuso: la natura si prende cura di noi

- Antonio Passanese

Che l’Italia, come certifica l’Unesco, detenga il più grande patrimonio culturale al mondo è un fatto noto. In pochi sanno che il nostro Paese ospita anche un altro patrimonio straordina­rio, quello della biodiversi­tà arborea in proporzion­e alla grandezza del territorio. Un tesoro fatto di boschi, foreste e alberi monumental­i: ieri si è parlato anche di questo a Firenze durante la festa nazionale degli alberi che si è tenuta nel salone dei Cinquecent­o davanti a 250 bambini delle scuole elementari della città, a cui il sindaco Dario Nardella e l’assessore Alessia Bettini hanno consegnato un alberello che ognuno potrà piantare ovunque: in un bosco, nel giardino di casa o del proprio istituto, nel parco che si frequenta nelle ore libere. E il pronipote dell’eroe dei due mondi, anch’egli Giuseppe Garibaldi, ha annunciato una campagna di raccolta fondi per il recupero dell’agrumeto storico del generale a Caprera. Mentre ha riscosso grande successo la «lectio» di Stefano Mancuso, scienziato di prestigio internazio­nale e docente all’Università di Firenze che con i suoi racconti, i suoi esperiment­i e i suoi video ha catturato l’attenzione di tutti. «Le piante, gli alberi, sono sofisticat­i come gli esseri viventi» ha spiegato Mancuso che da tempo conduce anche degli studi su come le piante reagiscono, positivame­nte, a certe melodie musicali, anche in collaboraz­ione col maestro Peppe Vessicchio. «I vegetali sono una forma di vita intelligen­te e parallela del nostro pianeta di cui non abbiamo percezione. Così come i nostri animali domestici dipendono da noi e noi dipendiamo da loro. La vita animale non potrebbe esistere sulla terra se non ci fosse la natura. Noi siamo qui perché le piante e gli alberi producono l’ossigeno che noi respiriamo; tutto ciò che mangiamo proviene da quel mondo». Ieri, infine, è stato dato il via al progetto Young Forest che sarà monitorato attraverso un’app, e una Food Forest, ovvero un bosco commestibi­le, con arbusti a rischio estinzione, che nascerà tra l’Indiano e la confluenza tra Greve e Arno.

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