«La musica li fa crescere meglio Limoni più buoni con i Beatles»
Peppe Vessicchio, oltre Sanremo. Ovvero un poeta che trasfonde la «sua» musica sulle piante. Quella polifonica perché le rende più sane, più belle, più ricche di principi nutritivi. E così sperimentando e sperimentando ha scoperto, per esempio, che Penny Lane, ma nell’edizione originale, fa benissimo ai limoni. E ha fatto anche degli esperimenti con Stefano Mancuso e l’Università di Firenze.
Maestro quando ha cominciato ad appassionarsi al rapporto tra musica e piante?
«Anni fa ho letto di una ricerca nel Winconsin che dimostrava come alcune vacche producevano più latte se si faceva ascoltare loro la musica di Mozart. Questa lettura ha confermato una mia convinzione. La musica ha un potere profondo. Non mi riferisco solo a quella che scala le classifiche. È un tema poco indagato, ma ci sarà un motivo per cui esiste da millenni, se la si usa per la terapia di tante malattie e se per i greci era associata a momenti di culto».
E quindi?
«E quindi ho fatto ascoltare Mozart a delle piantagioni di pomodori in Puglia».
Perché ancora Mozart?
«Perché attraverso degli studi condotti da matematici si è visto che la musica polifonica di Mozart riproduce delle sequenze in cui la fluttuazione del suono segue le stesse proporzioni del frattale di Mandelbrot. Questo tipo di musica è percepita dalle piante come un elemento naturale e interagisce con loro in maniera straordinariamente
feconda».
A questo punto lei cosa ha fatto?
«Stavo lavorando su una coltivazioni di pomodoro, come le accennavo. In Puglia, a Copertino. Era già un progetto avviato ma ho aggiunto l’ascolto di Mozart e ho visto che le piante erano meno soggette ad attacchi di parassiti e venivano su più sane».
Ha proseguito con altre coltivazioni e in altri contesi?
«Sì, ho applicato gli stessi principi a un’etichetta di vino in Piemonte, prima facendo “ascoltare” Mozart a del vino già in bottiglia, poi in campagna. E anche in quel caso quel composto idro-alcolico che è il vino ha reagito in maniera sorprendente. C’erano delle modificazioni sensibili».
Lei fa riferimento ancora a Mozart. Ma non c’è dell’altra musica che influisce sul buon umore delle piante?
«Mozart è un compositore particolarmente fecondo in questo senso, ma non escludo che reazioni analoghe si possano avere con la musica pop o rock o elettronica. In genere con partiture classiche è più facile fare questi esperimenti perché siamo in presenza di spartiti fissi, con gli altri generi musicali è più difficile. In studio ci sono sole tracce che poi vengono interpretate».
Può farci degli esempi di effetti altrettanto positivi condotti con altri generi musicali?«Sì, ho verificato che
Penny Lane dei Beatles, ma nella sua edizione originale, fa bene ai limoni. Incide sul grado di asprezza del frutto».
E poi?
«Ho fatto ascoltare Il Poeta di Bruno Lauzi, anche quella in edizione originale, alla passata di pomodoro...»
E...
«E ho scoperto che cambia la sua percentuale di zuccheri, il cosiddetto Brix. Ma ricordi che la musica fa bene in tutti gli ambiti, da un po’ ho avviato un progetto di musicoterapia con il dipartimento terapia oncologica dell’ospedale di Paola. Anche qui, come fanno a New York da anni, abbiamo associato ai protocolli medici standard la musicoterapia che è uno strumento efficace».
Grazie e... un’ultima domanda. La vedremo a Sanremo?
«Lo saprò a dicembre. Ma anch’io spero di sì»
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Spartiti e salute
Con Lauzi la passata di pomodoro è più dolce, Mozart viene percepito come elemento naturale