«Presto aprirà Starbucks» Il Comune: niente eccezioni
Faceva tanta gola ai diversi americanofili fiorentini che per diverse volte l’annuncio di un imminente Starbucks a Firenze era serpeggiato sui social finendo smentito puntualmente come una «fake news». E invece stavolta, dopo la maxiapertura dello scorso 6 settembre a Milano della catena di caffetterie Usa, il colosso dei «frappuccino» (una delle loro «alchimie» a base di caffè che vanno a ruba nei 28 mila punti vendita nel mondo), rompe gli indugi e annuncia nuove aperture, tra cui appunto Firenze. Lo ha fatto martedì — nel giorno dell’apertura del secondo punto vendita milanese (entro una settimana saranno già 4) — il managing director Italia, Roberto Masi, al Sole 24 Ore. Masi parla di una crescita da 10-15 aperture l’anno. Nel 2019 la conquista di Milano e lo sbarco su Roma, poi toccherà anche a noi, con Bologna, Padova, Venezia, Verona e Torino. Palazzo Vecchio dice di non aver avuto alcun contatto con Starbucks e il partner italiano Percassi che gestisce il franchising «così come l’ufficio Somministrazione che cura queste pratiche. Ma se vorranno aprire in centro storico è chiaro che varranno anche per loro le regole del Salva-Unesco». Insomma: nuove licenze non se ne danno, e anche loro dovranno comprarne una esistente. C’è da scommettere — visto che a Milano già si punta a stazioni, zone centrali e di transito — che Santa Maria Novella possa essere nel mirino per il debutto fiorentino. Ma, attenzione: se fino a oggi, chi comprava una licenza «food» nell’area Unesco poteva spostarsi in qualsiasi locale commerciale, dai prossimi giorni — grazie a un’apposita modifica del regolamento in Consiglio comunale — non sarà più possibile. Insomma, Starbucks dovrà trovare da subito il fondo perfetto, con tanto di licenza già avviata.