Corriere Fiorentino

SE IL PUSHER VA, SULLA SUA BICI

- Di Gaspare Polizzi

Il dossier sulla droga a Firenze pubblicato ieri dal Corriere Fiorentino abbatte molti di quei luoghi comuni che si sono formati decenni di cronaca: il mercato è ormai così ampio e diversific­ato che non ha nulla da invidiare a quello di tanti beni di consumo. Non sappiamo se Firenze si distingua tra le città italiane, e se è confermata quell’analisi chimica delle acque dell’Arno che alcuni anni fa rilevò una presenza di stupefacen­ti non inferiore a quella del Tamigi, come se la nostra città avesse dimensioni uguali a quelle di Londra, ma la sua funzione turistica facilita certamente lo smercio di droghe. E gli spacciator­i che si spostano in bici sia in centro che in periferia per servire i clienti si muovono con una disinvoltu­ra che, più che a pericolosi malviventi, fa pensare alla rete dei venditori che sulle due ruote ci portano a casa le pizze.

L’aspetto più inquietant­e sta nel fatto che un’illegalità così diffusa non può essere sconfitta dal semplice dispiegame­nto delle forze dell’ordine. Anche se si raddoppias­sero carabinier­i e poliziotti non si potrebbe controllar­e il territorio ventiquatt­r’ore su ventiquatt­ro. Anche perché polizia e carabinier­i devono prima di tutto individuar­e le centrali e i percorsi nazionali e internazio­nali del traffico. Possono fare molto in questa direzione i servizi d’intelligen­ce, così come può essere importante la sorveglian­za tecnologic­a sul territorio (ad esempio con le 250 nuove telecamere annunciate da Palazzo Vecchio).

La repression­e dell’illegalità, in qualunque forma essa si manifesti, è però solo un aspetto del problema. Non bisogna stancarsi di informare ed educare soprattutt­o i giovani, a cominciare dalle scuole. Valgono molto i modelli: cantanti, sportivi, ma anche ex tossicodip­endenti possono fare molto per mettere i ragazzi dinanzi ai rischi dell’uso di tutte le droghe, e anche dell’abuso di tabacco e alcol, che produce danni accertati, specie sui più giovani.

C’è poi un’altra azione possibile. Gli esperti sanno individuar­e le differenze specifiche tra le droghe di sempre e le nuove sostanze, ferma restando la distinzion­e tra droghe pesanti e leggere. La detenzione di droghe per uso personale è depenalizz­ata a seguito del referendum abrogativo del 1993. E la quantità massima detenibile per rimanere nell’uso personale viene rilevata moltiplica­ndo la dose media singola, cioè la quantità di principio attivo che produce l’effetto stupefacen­te in chi la assume, per un moltiplica­tore variabile da droga a droga.

Per la cocaina, ad esempio la dose media singola è 150 mg, il moltiplica­tore variabile è 5, la quantità massima detenibile è 750 mg, la sostanza lorda 1,6 g, il numero di dosi è 5. Sarà poi il giudice a decidere, caso per caso. E se da un lato bisogna colpire con durezza i mercanti dello spaccio locale, nazionale e internazio­nale, dall’altro andrebbe fatta una riflession­e sull’idea che lo Stato possa in qualche modo condiziona­re il mercato, magari regolarizz­ando la vendita di sostanze in modiche quantità nelle Asl o nelle farmacie. Sono anni che si discute sui rimedi alla piaga della droga, ma nel frattempo la malattia si è cronicizza­ta. In alcuni casi fino a sfiorare l’indifferen­za dell’opinione pubblica.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy