Corriere Fiorentino

L’ultima scarpa del ciabattino E tra le storie della bottega spunta Morandi

Nella bottega, chiusa ieri dopo 47 anni, le foto col commiliton­e Morandi

- Ivana Zuliani

«Buongiorno, avrei bisogno di un lucido per queste scarpe» saluta un cliente. «Eccolo. È un regalo, lo tenga. Tanto ora non mi serve più» risponde Giancarlo Sernissi. Per lo storico ciabattino di Porta Romana ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro, dopo 47 anni di attività. «Sono già in pensione, e al giorno d’oggi tenere aperto un negozio non ne vale più la pena: ci sono troppe spese, oltre 9mila euro all’anno per un fondo come questo comincia a essere troppo. Questo è un mestiere che andrà a scomparire: ora fanno tutte scarpe di plastica, se si rovinano se ne comprano di nuove, non si aggiustano più. Siamo rimasti in pochi calzolai e siamo sempre meno, nessuno vuole fare questo mestiere». Ieri sono arrivati gli ultimi clienti (alcuni affezionat­i all’artigiano, come il cantante Piero Pelù che ogni mattina passava di qui a salutare). Oggi porterà via quello che è rimasto nel piccolo negozio di via Senese 1 rosso, e poi tirerà giù il bandone: al suo posto (l’immobile è in affitto) ancora non si sa cosa potrebbe arrivare, ma l’affitto è stato preso dal vicino ristorante «Podere 39».

«Ho sempre fatto questo lavoro fin da ragazzino, ho fatto solo la prima elementare poi sono andato in bottega. Era il dopoguerra, c’era miseria e c’era bisogno di soldi” racconta il calzolaio, classe 1946. Prima andò in fabbrica, a lavorare nei calzaturif­ici che si trovavano alle Scuderie di Porta Romana. Poi decise di aprire un laboratori­o in proprio. “In questi anni ho visto tanti negozi cambiare, apre e chiudere” racconta. Lui è sempre rimasto qui nella botteghina all’angolo della piazza, piena di macchinari, foto e ricordi appesi alle pareti e alla vetrina. C’è il «cantico» che gli ha dedicato un amico: «A Giancarlo, noto come “I ‘divin ciaba”». Ci sono i ritratti dei campioni di pugilato, e gli scatti in bianco e nero che lo ritraggono da giovane con un altrettant­o giovane Gianni Morandi. «Abbiamo fatto il militare insieme» racconta Giancarlo. Battaglion­e Genio Pionieri a Pavia, 1966. “Era già famoso, la caserma era assalita dai fans. Ma lui faceva il bravo».

Ora Giancarlo si dedicherà al sua passione, il pugilato: è iscritto alla palestra della Montagnola all’Isolotto. «Mi alleno ancora. Dopo una vita di lavoro ora me la godrò un po’, me lo merito».

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Giancarlo Sernissi nella sua bottega, a sinistra insieme con Gianni Morandi
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