Uffizi sempre più social: al top su Instagram
Primo posto tra i musei italiani con 204 mila follower. E la Venere fa il pieno di like
❞ Schmidt Ho scoperto che molti brasiliani usano i nostri post per imparare l’italiano, un bellissimo effetto collaterale
«Ora apriamo una bottiglia di champagne. Anzi due, visto che il team è di otto persone». Il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, è in vena di festeggiamenti. Perché ci tiene molto all’immagine social del suo museo e alla notizia che la sua galleria con 204 mila follower è la più seguita su Instagram in Italia, superando il Peggy Guggenheim di Venezia, è andato subito a prendere i calici. Nel mondo gli Uffizi sono al ventisettesimo posto con follower dagli Usa, Spagna, Gran Bretagna e soprattutto Brasile. «Ho scoperto che ci sono anche molti brasiliani che usano i nostri post per imparare l’italiano: non era certo nelle nostre intenzioni ma è un bellissimo effetto collaterale», ha commentato ridendo. In base al parametro dell’engagement (il coinvolgimento degli utenti ed il loro livello di interazione), risalgono fino alla tredicesima posizione superando addirittura Louvre (20°), Prado (35°) e Metropolitan di New York (77°). Il numero di account unici che hanno visto un post degli Uffizi in una settimana è di 94.502 con un incremento del 9,3% ogni sette giorni. Tra i post più apprezzati ci sono la Venere di Botticelli (14.213 interazioni), la Medusa di Caravaggio (10.336), Giuditta e Oloferne di Artemisia Gentileschi (10.125). Ma «il nostro modo di fare campagna social funziona anche per ampliare lo spettro di interesse verso opere meno famose – aggiunge – stimoliamo a non fotografare solo le superstar Leonardo e Michelangelo. È ovvio che la maggior parte dei “cuoricini” siano sempre per i disegni di Leonardo ma stanno andando forte anche alcuni autori cosiddetti “minori” come Francesco Furini. Mescolare le opere famose a quelle meno è utile a chi da una parte vuole rivedere cose che già conosce e dall’altra ama fare nuove scoperte».Tra i video postati la performance di fuochi d’artificiali diurni di Cai Guo Quiang al Piazzale Michelangelo ha avuto quasi 20mila visualizzazioni. Ma perché il «metodo Uffizi» su Instagram funziona meglio di quello di musei più grandi e con più visitatori al mondo? «Facciamo scelte precise di comunicazione in base a ciò che le persone ci dicono – spiega Schmidt – Non ci limitiamo a scattare una bella foto di un’opera, ma accompagniamo sempre l’immagine con un testo esplicativo in doppia lingua. L’idea è utilizzare le immagini in modo quotidiano per approfondire una volta il senso storicoartistico di un’opera e una volta temi di storia sociale, come nella giornata sulla violenza di genere. O, altre volte, usando la poesia ispirata a un dipinto». Sempre tra i quadri più fotografati e postati ci sono la
Maddalena del Perugino, il Laocoonte di Baccio Bandinelli, l’Angelo musicante del Rosso Fiorentino, il Bacco di Caravaggio.