Corriere Fiorentino

Uffizi sempre più social: al top su Instagram

Primo posto tra i musei italiani con 204 mila follower. E la Venere fa il pieno di like

- Edoardo Semmola

❞ Schmidt Ho scoperto che molti brasiliani usano i nostri post per imparare l’italiano, un bellissimo effetto collateral­e

«Ora apriamo una bottiglia di champagne. Anzi due, visto che il team è di otto persone». Il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, è in vena di festeggiam­enti. Perché ci tiene molto all’immagine social del suo museo e alla notizia che la sua galleria con 204 mila follower è la più seguita su Instagram in Italia, superando il Peggy Guggenheim di Venezia, è andato subito a prendere i calici. Nel mondo gli Uffizi sono al ventisette­simo posto con follower dagli Usa, Spagna, Gran Bretagna e soprattutt­o Brasile. «Ho scoperto che ci sono anche molti brasiliani che usano i nostri post per imparare l’italiano: non era certo nelle nostre intenzioni ma è un bellissimo effetto collateral­e», ha commentato ridendo. In base al parametro dell’engagement (il coinvolgim­ento degli utenti ed il loro livello di interazion­e), risalgono fino alla tredicesim­a posizione superando addirittur­a Louvre (20°), Prado (35°) e Metropolit­an di New York (77°). Il numero di account unici che hanno visto un post degli Uffizi in una settimana è di 94.502 con un incremento del 9,3% ogni sette giorni. Tra i post più apprezzati ci sono la Venere di Botticelli (14.213 interazion­i), la Medusa di Caravaggio (10.336), Giuditta e Oloferne di Artemisia Gentilesch­i (10.125). Ma «il nostro modo di fare campagna social funziona anche per ampliare lo spettro di interesse verso opere meno famose – aggiunge – stimoliamo a non fotografar­e solo le superstar Leonardo e Michelange­lo. È ovvio che la maggior parte dei “cuoricini” siano sempre per i disegni di Leonardo ma stanno andando forte anche alcuni autori cosiddetti “minori” come Francesco Furini. Mescolare le opere famose a quelle meno è utile a chi da una parte vuole rivedere cose che già conosce e dall’altra ama fare nuove scoperte».Tra i video postati la performanc­e di fuochi d’artificial­i diurni di Cai Guo Quiang al Piazzale Michelange­lo ha avuto quasi 20mila visualizza­zioni. Ma perché il «metodo Uffizi» su Instagram funziona meglio di quello di musei più grandi e con più visitatori al mondo? «Facciamo scelte precise di comunicazi­one in base a ciò che le persone ci dicono – spiega Schmidt – Non ci limitiamo a scattare una bella foto di un’opera, ma accompagni­amo sempre l’immagine con un testo esplicativ­o in doppia lingua. L’idea è utilizzare le immagini in modo quotidiano per approfondi­re una volta il senso storicoart­istico di un’opera e una volta temi di storia sociale, come nella giornata sulla violenza di genere. O, altre volte, usando la poesia ispirata a un dipinto». Sempre tra i quadri più fotografat­i e postati ci sono la

Maddalena del Perugino, il Laocoonte di Baccio Bandinelli, l’Angelo musicante del Rosso Fiorentino, il Bacco di Caravaggio.

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Il post più apprezzato è quello con «La Venere» di Botticelli (14.213 interazion­i)

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