«Porto Lavia al Tenax Amleto è una rockstar»
L’esperimento di Cauteruccio: atmosfera da concerto
La tradizione drammaturgica più nobile, seguendo un filo rosso tra passato e presente che si dipana da Shakespeare fino a Gabriele Lavia. E poi la discoteca, la musica elettronica, gli effetti speciali e le grida da concerto, le suggestioni del futuro. È AmletOHamlet! in ambiente elettronico, il Bardo secondo Giancarlo Cauteruccio e i Krypton, in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana per il Festival d’Autunno 2018/Progetto d’Area Metropolitana: la prosa istituzionale profanata, reinventata e rivitalizzata in cui Gabriele Lavia si trasforma, solo per lunedì sera al Tenax, in un Amleto rockstar acclamato dai ragazzi che partecipano al progetto del Tenax Theatre Lab, muovendosi sul dancefloor tra le visioni di Massimo Bevilacqua e i suoni elaborati da Andrea Mi. «Porto Lavia dalla Pergola alla periferia industriale dell’Osmannoro, verso un set tutt’altro che teatrale tra parole e immagini proiettate sugli schermi, voci espanse, musiche — dice Cauteruccio — Così si concretizza un ambiente percettivo e immersivo fuori da ogni canone teatrale, l’apparente negazione della sacralità del luogo scenico che allo stesso tempo riporta però anche al Globe Theatre, con gli attori che si esibivano al centro e gli spettatori tutti intorno». Ed è il principe di Danimarca il punto di incontro tra il fondatore dei Krypton, baluardo dell’arte postmoderna e dell’avanguardia scenica, e uno dei massimi interpreti del teatro di tradizione che si è naturalmente già imbattuto più volte nell’eroe shakespeariano e nel suo traduttore più famoso, l’anglista Alessandro Serpieri sul cui testo si basa anche la performance e a cui è dedicata la serata. «Amleto è un eroe moderno, portatore di crisi e incertezza: è in questo personaggio, in veste di rockstar, che i giovani artisti e studenti si possono identificare fino a urlare “siamo tutti Amleto”. In un’atmosfera che ricorda il rito del concerto, un sacrilegio necessario per avvicinarli ai maestri e creare ponti tra generazioni: sarà un vero e proprio esperimento, uno strumento di meditazione che intende integrare nuovi orizzonti percettivi — conclude Giancarlo Cauteruccio — Tra le riflessioni anche quella tra virtualità e realtà, tra conoscenza e nuove tecnologie: il pubblico riprenderà tutto con lo smartphone in tempo reale, utilizzando in senso culturale, e non narcisistico, social e fotografie».
Scena «L’attore sarà al centro della pista circondato dai giovani tra schermi, voci espanse e musiche»