«Minacce, pugni, danni» La baby gang alla Sales
Un adolescente entra nel bar, avvicina un ragazzino più piccolo di lui, gli chiede se può cambiargli una banconota con dei pezzi più piccoli. Ma come il ragazzino apre il portafogli e tira fuori dieci euro, il ragazzo più grande gli toglie la banconota e se ne va senza dargli niente in cambio.
«Se qui ci sono baby gang? Ci sono eccome, sono dappertutto», spiegano al bar dell’oratorio Don Bosco di via Gioberti. Lì, proprio accanto ai campi della Sales, ci sono gruppi di ragazzi senza alcuna remora, che rubano, che organizzano regolamenti di conti, che minacciano. «Questo è un posto di passaggio — spiegano all’oratorio — questi gruppetti si muovono tra qui, piazza Nannotti, la “montagnola”
❞ Abbiamo alzato le inferriate e messo telecamere Ma le bande restano
di via D’Annunzio, i giardini dello stadio». Al don Bosco, fino a poco più di un anno fa, era un continuo viavai di adolescenti che di notte scavalcavano il muro su via Gioberti per combinarne di tutti i colori. Lo scorso anno è successo persino che un gruppo sia arrivato nel campetto di calcio a 5 dell’oratorio per un regolamento di conti: sono entrati tutti assieme per darsele di santa ragione a notte fonda.
Così, al Don Bosco hanno deciso di mettere un’inferriata in un punto in cui il muro era troppo basso. E di disseminare sia l’oratorio sia l’impianto della Sales di telecamere di videosorveglianza. Gli ingressi vietati sono diminuiti, ma non si sono fermati: «Una volta le telecamere hanno beccato degli adolescenti a volto scoperto, che conosciamo, che di notte sono entrati nell’altro bar, quello della Sales, per rubare le patatine: usavano la felpa come sacco per mettercele dentro. Li abbiamo rimproverati, ma vista la poca gravità del caso non abbiamo fatto denuncia — raccontano al Don Bosco — Più di recente, invece, alcuni a volto coperto, hanno tentato di rompere la finestra del nostro bar, ma non ci sono riusciti perché per fortuna sono antisfondamento». Regolamenti di conti, pugni, furti, atti vandalici. Ma tra gli adolescenti succede anche di peggio. Alcuni dei volti noti al Don Bosco, almeno in passato hanno spacciato: «Una volta una mamma venne a chiedermi preoccupata se erano vere le voci secondo cui suo figlio spacciasse — racconta uno dei responsabili — Le risposi che bastava andasse su Youtube, perché suo figlio, assieme a degli amici, aveva caricato un video girato ai giardini dello stadio, cantando una canzone rap in cui si vantavano di diverse malefatte, tra cui vendere droga».