Rimasti al verde
UN INTRIGO DI INCERTEZZE
Il quinto pareggio consecutivo si distingue dai precedenti per due dettagli: la Fiorentina non ha segnato e non si è fatta raggiungere, ma il malessere da mancata vittoria permane scoraggiante. In una partita di profilo molto basso, contro un Bologna ai limiti dell’inesistente in fase offensiva (due tiri in porta, uno respinto con prodezza da Lafont) e per di più calante nella ripresa, i viola avrebbero dovuto e potuto vincere, ma sono inciampati su se stessi — al momento dell’ultimo passaggio e della conclusione — e anche su una buccia di sfortuna. Non si è risolta la crisi del gol di Simeone, il cui errore più grave è stato forse quello di tentare un tiruccio invece di servire Chiesa in un momento di assenza e di involontaria collaborazione della difesa del Bologna. Il centravanti che non trova il gol non trova neanche i compagni perché cerca soltanto se stesso. Il lato più curioso, o più sconcertante, della partita dei viola sta nel fatto che nessuno sembra aver giocato così bene da svettare e nessuno così male da indignare, fermo restando il caso di Simeone che parte troppo presto oppure arriva troppo tardi. In linea generale tutti lì, sulla soglia dell’onesta mediocrità che si è sparsa su una partita lenta e appiccicaticcia. Non si faceva a tempo ad approvare il gioco di Veretout che Veretout sbagliava. E, al contrario, appena maturava un filo di critica per Gerson, ecco che Gerson si produceva in una buona giocata. Come dire che non ci si può fidare di nessuno, neanche di noi stessi. Anche il cronista, stordito dai rimpalli e intorpidito dal ritmo di una gara convalescente, rimaneva impigliato nelle mediocri riflessioni per radunare alla fine le poche certezze e ridurle in una sola considerazione: partite come quella di Bologna una squadra deve vincerle. Questo campionato ammucchia molte mezze squadre in un intrigo di speranze e di incertezze, in una scala quasi immobile dove non si sale abbastanza né si scende troppo pericolosamente. Il problema è sempre lo stesso: trovare continuità. La Fiorentina l’ha trovata nei pareggi, che addormentano l’entusiasmo e la classifica.